“Ripuliamo Roma”, presentata dai radicali in Campidoglio una delibera di iniziativa popolare
Settemila cittadini hanno firmato a sostegno della delibera di iniziativa popolare consegnata il 12 luglio in Campidoglio su iniziativa dei radicali di Roma + Europa.
La notizia l’ha data il sito on line Open, e la si poteva trovare, sempre tre giorni fa, su Il Messaggero.it . Ora il Campidoglio ha sei mesi di tempo per discutere e votare la proposta in aula, secondo Alessandro Capriccioli che però non siede in Campidoglio ma è consigliere per + Europa della Regione Lazio, recentemente protagonista dell’acceso confronto Raggi- Zingaretti poi sedato dal ministro Costa.
Sarà interessante seguire l’esame della delibera nell’aula capitolina, visto che si toccano punti- chiave della raccolta e smaltimento dei rifiuti. A comiciare dalla richiesta all’Ama di presentare finalmente un piano industriale non emergenziale, un piano che preveda di chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio metropolitano. Punto dolentissimo, questo, sia perchè Roma non ha impianti sufficienti alla bisogna, sia perchè la Raggi insiste sulla necessità come soluzione a medio ternine, di spedire all’estero la spazzatura romana .
Su un aspetto delibera e sindaca concordano: bisogna aumentare la raccolta differenziata: Raggi si è appellata più e più volte ai romani, prima e durante l’ emergenza non ancora del tutto rientrata.
Ma la delibera chiede anche l’aumento degli impianti al servizio di differenziata e indifferenziata con la conversione degli impianti di Trattamento Meccanico-Biologico in impianti recupero materia. Formula che lascia aperte molte opzioni, ma non sembra includere l’inceneritore a cui i 5 stelle ora alla guida del Comune si oppongono da sempre.
Al sito Open il consigliere regionale Capriccioli aggiunge: «E poi una discarica di servizio, piccola, residuale, che nella Capitale ci deve essere». «Non si parla naturalmente di Malagrotta» spiega il consigliere a Open. «Oggi non sono più come quella, le discariche». Anche di questo si é molto parlato, e da prima che scoppiasse l’ emergenza. E non é difficile capire che il problema resta quello dell’eventuale sito: sia pure piccola e residuale, quale quartiere accetterebbe una discarica nel proprio territorio?