16 ottobre 1943. Monteverde non dimentica
Targa del Civico Giusto alla parrocchia della Trasfigurazione, in video il rastrellamento del ghetto ma anche testimonianze delle madri argentine dei desaparecidos
Raffaella Leone
All’alba del 16 ottobre 1943 2023 ebrei furono rastrellati dai nazisti nelle case e nelle strade del ghetto, spinti a forza sui camion al Portico D’ottavia e deportati ad Auschwitz. Solo 16 tornarono da quell’inferno sulla terra. Bambini, anziani, donne e uomini, la Gestapo e le SS risparmiarono solo i componenti delle famiglie miste, avevano una lista precisa, qualche fascista romano aveva collaborato a compilarla. E’ una ferita incisa nel cuore di Roma e nel cuore di Monteverde, dove questo tragico anniversario è stato ricordato presentando Il Civico Giusto, su iniziativa della rete Memoria, una città, mille storie e di Paolo Masini, che ne è presidente per Monteverde. Quest’anno il ricordo del rastrellamento e del ruolo della parrocchia nell’offrire un rifugio agli oppressi si è legato all’intervento- dei preti e dei parrocchiani – in favore di quelle che poi sarebbero diventate le Madri di Plaza de Majo, le indomite madri dei desaparecidos , fatti sparire (uccisi) durante la dittatura militare in Argentina tra il 1976 e il 1983. Erano arrivate a Roma in delegazione per avere udienza dal Papa, ma erano una presenza scomoda perfino per la Chiesa di Woytila, l’allora Pontefice che poi le incontrò quando scese sulla piazza, dietro le transenne che separano i fedeli dalla Curia. La stessa Curia poi però non fece obiezioni e non frappose ostacoli quando fu informata che la delegazione argentina era ospitata dalla parrocchia della Trasfigurazione.
La sala Buttinelli è gremita, si sono anche gli studenti della terza media e di diverse scuole superiori quando parte il video realizzato sul testo di Maria Grazia Lancellotti, presidente di Scuola della memoria, con le preziose immagini d’archivio raccolte da Tiziano Gianandrea e curate dal videomaker Mirko Bertarelli. La colonna sonora è di Luca Barbarossa ( il cantautore monteverdino abita a due passi dalla parrocchia) . Parlano i protagonisti e i testimoni di quegli anni e di quei fatti e la parola che si sente più spesso è comunità. Essere comunità, intervenire quando c’è bisogno, non far parte di quelli che si sono girati dall’altra parte o sono rimasti indifferenti. Indifferenza, non a caso è la parola che la senatrice Liliana Segre- sopravvissuta a Auschwitz-ha voluto che fosse incisa sul muro del memoriale della stazione di Milano, terribile monito attuale anche oggi.
Perchè le dittature possono rinascere, anche in forma mascherata, dice l’attuale parroco, che colpisce l’uditorio, soprattutto i ragazzi, quando ricorda che Papa Montini falsificava i documenti. E’ una verità storica e documentata: quello che diventerà papa Paolo Sesto firmò decine di documenti falsi per salvare i quasi mille ebrei che per mesi vissero ammassati in una stanza sotto la parrocchia della Trasfigurazione . In ricordo, c’è un albero dei giusti nel giardino dello Yad Vascem a Gerusalemme. In video, ma anche presente di persona alla cerimonia, c’è un discendente della famiglia Vicentini, che nascose nell’allora vigna Haussmann Giuliana Valabrega e Gioacchino di Carlo, chiamato ‘zio’ dai ragazzi di casa.
Far vivere la memoria del territorio nel territorio è l’intento del Civico Giusto e della rete di associazioni ed enti unit]* nella rete di Memoria , una città mille storie . ‘Nasce per ricordare le persone che hanno lasciato un segno nella società, spiega Paolo Masini , con questo Civico Giusto raccontiamo la storia della parrocchia che con don Paolo Buttinelli prima e più tardi con don Viscardo Lauro che diede ospitalità alle madri argentine, raccontiamo una storia che è emblematica per la città tutta’. D’obbligo ma tutt’altro che pro forma la presenza di molti membri della giunta del municipio, dal presidente Tomassetti alla vice Alessia Salmoni alle assessore Gioia Farnocchia e Maria Stella Squillace.