C’é del buono nella manovra ma il Pd non sa dirlo
Coraggiosa al limite del temerario l’iniziativa dei giovani del Pd del XII municipio di promuovere un confronto/dibattito sulla manovra arrivata in Parlamento sovraccarica di emendamenti firmati dalla stessa maggioranza giallo-rossa. La strana alleanza di Palazzo Chigi costringe a difendere la legge finanziaria, del resto il ministro dell’economia Gualtieri é un monteverdino doc, e questo almeno non é emendabile.
Qualche perplessità trapela all’inizio- quota cento, il reddito di cittadinanza, il bonus studenti uguale per la gioventù dorata e per la gioventù operaia, ma suona come un’intemperanza giovanile. Gli interventi, soprattutto quello di Claudio Mancini- membro pd della commissione finanze e autore lui stesso di un emendamento- si concentrano sulle cose buone della finanziaria. I fondi stanziati per l’istruzione e per la sanità, gli asili nido gratis, l’attenzione all’ambiente e l’impulso alla crescita che deriverà dal new green deal, il rilancio degli investimenti pur in un quadro globale di carenza di fondi, il taglio del cuneo fiscale che porterà più soldi nelle tasche degli operai, la (mitica, in Italia) lotta all’evasione fiscale che potrebbe avvantaggiarsi anche di strumenti come la lotteria degli scontrini elettronici. A fronte di questo e in un periodo in cui la comunicazione é basata soprattutto su slogan, la capacità del Pd di trasmettere messaggi di contenuto- come é nella tradizione della sinistra- senza apparire alieni/idealisti e senza essere “oscurati” dalla aggressiva comunicazione degli avversari, é decisamente perdente. Lo notano in molti intervenendo al dibattito. E l’indicazione che ne deriva é l’invito al Pd a ritrovare una voce “identitaria” senza se e senza ma. Insomma, a mettere la faccia e non solo la firma sui punti che più rispondono all’esigenza di giustizia sociale.