Raffaella Leone
A largo Ravizza sabato 5 dalle 9,30 alle 13 ci saranno le volontarie e i volontari di Monteverde Attiva, a gestire la raccolta degli aiuti al popolo ucraino, coinvolto in una guerra in cui le prime vittime sono come sempre i civili: famiglie, bambini, a cui si sta negando il futuro nella propria terra. Il quartiere- come la capitale e tutte le città italiane- si è mobilitato. Comitati, parrocchie, singoli cittadini, stanno raccogliendo vestiti, generi alimentari, beni di prima necessità, pannolini, coperte e tutto quello che può servire a chi è costretto a reiventarsi una vita lasciandosi alle spalle abitudini, strade, luoghi in cui si è cresciuti, pur nella precarietà di un conflitto prima d’ora mai dichiarato ufficialmente ma che va avanti da anni.
Ci si divide nell’analisi di torti e ragioni più o meno storiche che hanno portato a questa situazione, ma alla fine arrivano come un pugno nello stomaco, e nelle coscienze di noi europei assuefatti al benessere e alla pace nei nostri confini, quelle immagini di persone accampate nei sotterranei o costrette a vivere in case senza più luce e acqua. Serve tutto, comprese le medicine ( nel sito della parrocchia San Giovanni Battista Velletri l’elenco dei farmaci, ma la stessa Caritas su questo invita alla cautela, oltre tutto non è facile tradurre in un altro alfabeto le indicazioni dei ‘bugiardini’ ) .
Il cuore della raccolta a Roma è presso la Basilica minore di di Santa Sofia in via di Boccea 478, la parrocchia di riferimento per gli ucraini, non per tutti agevole da raggiungere. Per questo è benvenuta l’iniziativa di Monteverde Attiva che mette a disposizione dei monteverdini un luogo che farà da collettore degli aiuti. Le raccolte – anche delle altre iniziative dell’ Associazione come il carrello sospeso in alcuni supermecati di Monterde nuovo e nel Centro Sportivo Villa York Gianicolo, via del Fosso Bravetta 219 (vicino capolinea tram 8) verranno portate alla Basilica di S. Sofia via Boccea 478. Per info e dettagli 📞 Roberto 3398890701
Ora si parla di una tregua, precaria e temporanea come son sempre stati i periodi di relativa calma in quelle zone. Quando si potrà invece parlare di pace?