La notizia arriva quando il pubblico-presente- tra i pochi, ci sono agguerriti rappresentanti della Crivelli e del Puglisi e membri della rete Priorità alla scuola- ha lasciato l’aula consiliare e il municipio sta chiudendo. D’altra parte via Fabiola non ha brillato quanto a comunicazioni: di questa stessa riunione- la prima , pubblica e in presenza dopo il lock down ,dedicata alla scuola- si è saputo solo casualmente grazie a un passaparola.
“Stiamo cercando accordi con la Croce Rossa e la Protezione Civile per tende da utilizzare come aule, e siamo in contatto con l’Associazione cattolica per un eventuale uso degli oratori la mattina, quando di solito non ci sono i bambini”, mi dice Domenico Basile, presidente della commissione politiche scolastiche , uomo chiave di questa vicenda.
Dunque qualcosa si muove, e non in ritardo, a sentire Basile. Il municipio ha pronta da maggio la graduatoria per gli asili nido, ma non può darle seguito perchè mancano le indispensabili linee guida ministeriali e quindi la graduatoria stessa potrebbe cambiare. Qui entra in campo il dossier scuola Girolami, annoso tormentone che questa volta avrà la priorità nell’ordine dei lavori da eseguire per riaprire- e mettere gli edifici- in sicurezza. Un funzioniario municipale- assente l’ufficio tecnico- assicura che non c’è un atteggiamento di resa all’emergenza covid, ma ammette che la situazione è complessa, ‘si naviga a vista’. Entro l’anno- quale?- comunque il problema Girolami dovrebbe essere risolto, compresa la mensa, e addirittura tutti i precari assunti.
Prevale la consapevolezza che ‘non si può fare tutto’, e meno che mai cogliere l’occasione del post covid per raddrizzare le storture create in anni di abbandono della scuola pubblica. Conviene concentrarsi sugli interventi di competenza del municipio, ultimo e più debole anello della catena di comando e di responsabilità. Via Fabiola per esempio non può intervenire per le medie superiori, che sono di competenza di Città metropolitana, quindi il Manzoni con il suo intero piano vuoto o la Crispi con le aule ammucchiate nei piani inferiori perchè all’ultimo piano ci sono infiltrazioni, dovranno aspettare.
Del resto anche per le scuole di competenza municipale i fondi sono pochi, al municipio dovebbero spettare 200mila euro, bastano sì e no per gli interventi ordinari.
Al municipio sono arrivate molte richieste dai dirigenti scolastici. “Chiedono soprattutto aule, e banchi monoposto. Non so se c’è un’azienda italiana che li produce, e tra l’altro mi chiedo: che ne faremo dei banchi attuali? Li smaltiremo, o li accatasteremo in qualche magazzino in attesa che passi l’epidemia? E’ una situazione del tutto nuova e complessa, l’unica è mantenere la barra dritta” Realisticamente, calcola Basile, su un ipotetico fabbisogno di mille aule nel nostro territorio per le scuole di tutti i livelli, nel caso in cui tutti gli istituti comprensivi decidessero di dividere le classi in due, possiamo reperire il 10% degli spazi disponibili sul territorio. A settembre, aggiunge Fabrizo Tassini, vice presidente della commissione politiche scolastiche, verificheremo la mappatura degli spazi aperti, pubblici e privati, realizzata durante la ricerca di spazi alternativi.
E bisogna anche preparsi ad una eventuale seconda ondata epidemica, anche se l’unico consigliere no-vax invoca a gran voce il ritorno alla normalità (quale?) perchè, dice, il virus si è indebolito. L’impressione è che i dirigenti scolastici non abbiano piani per una nuova emergenza, e che si torni alle soluzioni estemporanee, siano i doppi turni o la famigerata Dad, che non piace nemmeno a Basile ma se torna l’emergenza…