Arte e cibo. No, non quello dei quadri inquietanti (si può dire?) del seicentesco Arcimboldo, bensì quello concreto e coloratissimo dei banchi del mercato rionale De Calvi in un sabato di non ordinaria normalità. E’ l’arte a fare la differenza. Arte contemporanea, nelle sue varie forme e linguaggi, protagonista della prima assoluta del progetto ‘La mia città è un giardino’ , che a largo Pelletier ,ha visto la prima realizzazione, proprio dietro e a parziale conforto anche spirituale del tormento di piazza Scotti. ‘La mia città è un giardino’ mette al centro il mercato, luogo di aggregazione, di rapporti umani, di dialogo, di incontri. Ed è già questa una sana provocazione nell’epoca in cui molti di noi non staccano gli occhi dal telefonino.
Un progetto articolato e complesso, che mette insieme la pittura, la musica, i video,l’arte partecipata. A reggere le fila tre giovani donne: Antonella Britti, Federica Marchettini e Silvia Cervellin, rispettivamente presidentessa e responsabili della relazioni esterne e della comunicazione dell’associazione Zip Zone d’Intersezione Positiva, che ha vinto l’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022, progetto triennale che fa parte di ROMARAMA 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale, ed è realizzato in collaborazione con SIAE.
Al ‘progetto di animazione artistica e di arte pubblica per la rivitalizzazione degli spazi collettivi’ hanno lavorato fin dall’inizio di dicembre gli artisti dello Studio Tuta e Sonia QQ, che hanno realizzato i murales che decorano i muri perimetrali del mercato.
Non solo arte visiva, c’è anche l’arte partecipata di Elena Bellantoni, con la performance Parole Passeggere. I frequentatori del mercato sono invitati a scrivere le parole che altrimenti si perderebbero nella fretta, o in messaggi ad interlocutori ‘al momento non raggiungibili’.
All’ingresso, altra chicca tecnologica, due locandine aprono i canali youtube delle installazioni.
E c’è la videoinstallazione CibArti 2020 di CRiB, proiettata a chiusura della giornata inaugurale perchè ne riassume bene il senso e lo scopo. Nel video, articolato su 5 percorsi di 5 colori, si alternano le voci dei proprietari dei banchi e dei clienti, inframmezzati da testi di poesie e canzoni e legati da un filo rosso che è la domanda delle domande: cosa rimane del mercato come ‘agorà’, oggi che predominano i tempi frenetici del consumismo e dell’offerta multinazionale? E ancora- si chiede e chiede il comunicato- cosa ci insegna il cibo sul territorio che abitiamo e cosa racconta invece del Pianeta che ci immaginiamo per il futuro?
Le risposte, cariche di timori e preoccupazioni, distruggerebbero la serenità di questa giornata straordinaria.