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Confronto aperto su un decreto di lotta obbligatoria per i pini colpiti da cocciniglia

di Maria Elena Carosella, attivista di comitati cittadini per il verde

Martedì 13 aprile ci siamo dati appuntamento a piazza San Bernardo, ore 15,30 per un sit-in finalizzato a spingere il Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e Ambientali ad emanare immediatamente il decreto di “lotta obbligatoria” che possa liberare i nostri pini dalla cocciniglia tartaruga e farli tornare a vivere sani.

La malattia a Roma esiste da qualche anno ( dal 2018) e si propaga in modo velocissimo. Il parassita si riproduce in modo esponenziale e regala alla pianta una fumaggine che ricopre il tronco e la chioma impedendo all’albero di fare la fotosintesi .Questo parassita impedendo ai pini di nutrirsi li soffoca e li fa seccare in poco tempo. Per tale ragione l’incontro propone al Ministero di agire subito ed in modo capillare su tutto il territorio romano.
Il milione e 500 mila pini che si trovano a Roma e sul litorale hanno bisogno di un intervento immediato perché già l’ottanta per cento delle piante è colpito dalla malattia. La cura è semplice e poco costosa, sperimentata dall’Università di Napoli e in Vaticano ha dato ottimi risultati. L’endoterapia funziona e questo ci permette di sperare nella salvezza dei nostri pini.

Alla manifestazione hanno partecipato numerosi gruppi e associazioni provenienti anche da Monteverde, comitati ambientalisti di ogni quartiere ma soprattutto sono venuti cittadini, intervenuti a titolo personale, preoccupati per lo stato dei pini vicini alle loro case o nei parchi pubblici della città. Cittadini che vogliono curare non eliminare gli alberi. La preoccupazione per il verde ci ha fatti arrivare da lontano, anche sotto la pioggia.

Sono intervenuti politici di differenti correnti, tutti favorevoli all’emanazione del decreto, convinti che la cura sia da attuare immediatamente, al fine di salvare il patrimonio arboreo e paesaggistico di Roma.
Ognuno ha portato il proprio contributo e ci siamo confrontati sul programmatico squilibrio dei fondi dati dal Comune per il verde della città.
Poche settimane fa sono stati stanziati per il verde pubblico: 60 milioni di euro per l’abbattimento e la potatura e solo 350 mila euro per la cura del verde. Sono ormai due anni che molti dei partecipanti al sit in, uniti in forma di associazioni e comitati, hanno scritto alla Regione e al Comune di Roma per incitare ad iniziare la cura dei pini, una cura che potesse fermare la malattia.

Qualcosa in verità si è mosso: da quanto si è saputo, i servizi fito sanitari centrali- all’inizio restii ad intervenire, in particolare sul litorale romano- non hanno fatto linee guida ma stanno scrivendo un decreto che prevede la lotta obbligatoria alla cocciniglia , che e’ già in parte all’esame della conferenza Stato Regioni.
Ma non resta molto tempo! I pini monumentali dei Fori Romani e quelli delle pinete sul mare sono in condizioni gravissime, la loro perdita causerebbe un impoverimento del nostro patrimonio, senza precedenti nella storia. Da maggio ad ottobre avremmo un deserto caldo in vari punti della città e sul mare.
Il paesaggio, l’aria e la temperatura si giovano della presenza di questo milione di esemplari, dunque insistiamo sul principio che le risorse economiche vengano investite non per gli abbattimenti ma per le cure.
Proponiamo dunque un immediato spostamento dei fondi stanziati dal Comune: dal taglio, alla cura, per la salvezza del verde pubblico. Abbattere un pino costa intorno ai mille euro mentre curarlo, fino alla guarigione, su larga scala, costa intorno ai cento euro. Non c’è proporzione. La cura conviene da tutti i punti di vista. Per non parlare del valore economico straordinario che ha ogni albero che vive in città, grazie ai numerosi benefici che produce per gli abitanti.

Durante il Sit.in, sotto la pioggia, una delegazione si è recata al Ministero accanto alla piazza ed è salita nelle stanze del sottosegretario alle politiche agricole. Il Ministero stava elaborando elementi del decreto che secondo la delegazione non avrebbero giovato al miglioramento della situazione dei pini. Il sottosegretario si è dimostrato disponibile a rielaborare il testo in accordo con i rappresentanti della cittadinanza, introducendo il criterio di obbligatorietà delle cure contro la cocciniglia.
Dunque c’è un’evoluzione positiva, speriamo che ad un dialogo informale seguano fatti concreti che portino alla cura immediata di tutti i pini monumentali di Roma.
Sembra superata anche la negligenza della Regione Lazio che, essendo stata interpellata più volte, da 30 associazioni per la salvaguardia del pino, da tempo avrebbe dovuto sollecitare il Ministero alla stesura del decreto. Anzi , di fronte alla mobilitazione dei cittadini la Regione ha assicurato di voler provvedere alla cura, per ora stanziando 500mila euro.
Colmi di speranza ora continuiamo a sensibilizzare tutti perché questa battaglia sia una vittoria condivisa della gente, delle Istituzioni preposte e della natura che vive e aiuta questa città.

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