Raffaella Leone
Due notizie sono certe. La prima: il 1 febbraio si terrà un’assemblea pubblica sulla sorte del Forlanini nei locali messi a disposizione dalla parrocchia Regina Pacis, a piazza Rosolino Pilo. L’ha indetta il Coordinamento Comitati , Associazioni e Cittadini per il Forlanini bene comune, coordinamento esausto dopo anni di battaglie ma deciso a farsi sentire, anzi ascoltare, in vista del voto del 12/13 febbraio . La seconda: il candidato presidente per il Pd alla Regione Lazio Alessio D’Amato – assessore alla sanità dimissionario ( causa candidatura) ha “grandi obiettivi, tra i quali il recupero del Forlanini: vogliamo creare la più importante cittadella della salute in Europa, che sorgerà nell’area del San Camillo, Spallanzani, Forlanini, portando in quest’ultimo l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù che attualmente è al Gianicolo. Auspico che su questa proposta ci possa essere ampia condivisione”. (dalla pagina ufficiale su Facebook di Alessio D’Amato, post del 22 dicembre 2022).
Non è chiaro- come sempre nei rapporti travagliati dell’ex ospedale Forlanini con i responsabili politici regionali , da quale parte politica dovrebbe arrivare l’ampia condivisione che D’Amato auspica: il terzo polo di Calenda, che lo appoggia in queste regionali, in realtà guardava con favore a un polo universitario con il coinvolgimento de La Sapienza quando l’ipotesi Bambino Gesù era di là da venire (o forse era nota solo a pochi addetti ai lavori), ma è improbabile che si metta di traverso. Le due liste civiche e i tre raggruppamenti politici di sostegno a D’Amato sono schierati ovviamente con l’ assessore.
Su questo ennesimo colpo ad effetto – il trasferimento di alcuni reparti dell’ospedale vaticano a Monteverde – regna da mesi il mistero più imperscrutabile: c’è stata una trattativa? Quale ne era in contenuto? C’è un progetto? Approvato da chi e quando? E che cosa comporterebbe l’extraterritorialità, visto che il Bambino Gesù è del Vaticano e il Forlanini sorge sul territorio di Roma metropolitana ed è di proprietà della Regione Lazio?
Paradossalmente, proprio l’auspicio di d’Amato fa capire, o temere, che sul trasferimento del Bambin Gesù nel nostro quartiere le cose sono andate avanti fino al punto di non ritorno, anche se questo, anzichè favorire, potrebbe diventare un punto a svantaggio del candidato presidente. Il Tempo, quotidiano romano di centro destra, qualche giorno fa titolava: neanche il Pd appoggia D’Amato, riferendo di una lotta tra correnti che sarebbe in corso nel partito regionale ( soprattutto sulle alleanze, non sul Forlanini) ; e pochi giorni prima, il 10 gennaio, titolava a centro pagina: anche la Ccgil abbandona D’Amato.
Siccuramente non sarà un titolo nè un giornale a far cambiare gli orientamenti di voto, neanche alla Cgil che pure di delusioni nella vicenda del Forlanini ne ha accumulate molte, da quando si è fatta parte attiva nel difendere l’ospedale come bene pubblico. E’ certo però che la comparsa sulla scena del Bambino Gesù – a questo punto ufficializzata indirettamente dallo stesso D’Amato- ripropone tutti gli interrogativi che più o meno dal 2015 la sorte del Forlanini si tira dietro e su cui il Coordinamento ha lavorato in tutti questi anni cercando un’interlocuzione con la politica regionale e riuscendo a stabilire un contatto diretto, che l’anno scorso aveva portato all’apertura di un tavolo di confronto con il Coordinamento e la stessa Cgil. Proprio l’ amministrazione regionale, accogliendo una parte delle richieste aveva approvato con una delibera di giunta la realizzazione di una RSA pubblica . Tutto ora sembra svanito, inghiottito dal grande affaire del Bambino Gesù. Agli accordi non è stato dato seguito e, come riavvolgendo un nastro ormai logorato il Coordinamento è costretto ad affidarsi di nuovo ai cittadini, a costo di sfidare per l’ennesima volta le giravolte della cattiva politica.