Se non ci saranno colpi di scena, attualmente imprevisti, lunedì 18 ottobre un monterverdino doc diventerà sindaco di Roma. Stiamo parlando dell’ex ministro dell’Economia e capolista del Pd, Roberto Gualtieri, che vive nel cuore di Monteverde e che nel ballottaggio del 17 e 18 ottobre contro il candidato della destra, Enrico Michetti, parte in pole position.
Al primo turno delle elezioni amministrative di Roma Michetti aveva preso più voti di Gualtieri (30,1% contro 27%) ma in questi giorni le posizioni sembrano essersi ribaltate da quando Carlo Calenda, leader di Azione che è risultato il primo partito a Roma, e Giuseppe Conte, capo dei Cinque Stelle, hanno fatto l’endorsement dell’ex ministro. Calenda non spasima per Gualtieri ma non ha avuto nessuna difficoltà a dire che lo considera un candidato sindaco nettamente migliore dell’inconsistente Michetti. Apprezzamenti, sia pure più cauti, anche dall’ex premier Giuseppe Conte che ha avuto Gualtieri come ministro nel suo secondo Governo ma che deve misurare le parole perchè tra gli elettori grillini – Virginia Raggi in testa – c’è ancora uno zoccolo duro che non voterebbe mai per un candidato del Pd.
Naturalmente i pronunciamenti dei due leader non significano un trasferimento automatico dei voti degli elettori romani di Calenda e dei Cinque Stelle su Gualtieri ma sono un buon indizio che rivelano anche la difficoltà di Michetti di allargare il proprio campo.
Se Gualtieri diventerà sindaco di Roma e attraverso di lui Monteverde salirà in Campidoglio, comincerà una nuova storia per la Capitale. Fare peggio della signora dei cinghiali, come ironicamente è stata battezzata la sindaca uscente Virginia Raggi, sarà molto difficile, ma questo non basterà. Per invertire la rotta occorrerà che Gualtieri esponga e realizzi un programma chiaro che cancelli il degrado e rimetta in movimento la Capitale ma occorrerà anche che sappia formare una squadra di assessori competenti e pragmatici che abbiano come unico obiettivo il rilancio di Roma.