Calenda: il Forlanini deve riaprire e in una piccola parte può diventare centro di ricerca
di Raffaella Leone
‘Il mio avversario è prima di tutto è lo scetticismo nei miei confronti, c’è in egual misura sia a destra che nel ( centro) sinistra, è l’incrostazione di un sistema politico ingessato, quelli che votano per abitudine, quelli che non guardano al mio programma e a quello che propongo di fare, e che si può fare, cambiare, anche a Roma, non è impossibile’.
Carlo Calenda, candidato sindaco alle prossime comunali, ha fatto tappa a Monteverde nel suo giro nei quartieri della Capitale. Comprese le periferie, ‘perchè io in periferia ci vado, parlo con i cittadini, nel mio programma indico le possibili soluzioni per un territorio a cui non presta attenzione nessuno’. Non sembra il pariolino che i detrattori gli imputano di essere, anzi, precisa ‘i Parioli sono l’unico quartiere dove non ho mai vissuto’.
Sono in molti a Largo Ravizza, ad ascoltare e spesso ad applaudire il candidato. Molti giovani- Calenda investe molto sulle nuove generazioni- e anche molti di quella che si potrebbe definire la generazione di mezzo. C’è persino un bambino delle elementari che gli chiede dei programmi sui bambini e a cui Calenda risponde con serietà prima di scherzare sulla dura sorte riservata ai fratellini minori con sorella adolescente.
Il tono non è mai aggressivo nei confronti dei competitor, piuttosto punta al concreto, del resto è l’unico ad aver presentato un programma dettagliato: pagine e pagine per esaminare nel dettaglio i grandi e piccoli nodi che rendono apparentemente impossibile e nei fatti assai complicato governare questa città. Ama, Atac, riqualificazione urbana, il programma di Calenda è vasto, messo a punto in mesi e mesi di lavoro.
Corre per il Campidoglio con una lista civica, appoggiata ovviamente da Azione oltre che da Italia viva e + Europa; una lista che mira a intercettare lo scontento verso l’amministrazione Raggi, ma anche lo sconcerto di molti elettori piddini. La sua sfida si gioca infatti nel campo del centrosinistra- e questo innervosisce il Pd. Lui si definisce un liberal-socialista, rivendica- scontando di passare per un figlio politico di Renzi- il successo di Industria.4. 0, il piano nazionale di sostegno all’impresa manifatturiera che resta comunque il suo fiore all’occhiello.
Liberare le attività produttive dai lacci e lacciuoli della burocrazia è un suo pallino. Ma attenzione: le pastoie della burocrazia, non quelle della legalità. ‘La sinistra ha cominciato a perdere quando non ha capito che la legalità è la garanzia a tutela dei più deboli’, dice innescando un altro applauso.
Inevitabile chiedere del Forlanini, e dell’ultima sortita del presidente della Regione Zingaretti: l’ospedale va riaperto, ma Calenda guarda anche con interesse all’idea di farne- in una piccola parte- anche un centro di ricerca.
Accanto a lui, e altrettanto consapevole delle criticità del quartiere, c’è Francesca Severi, candidata di Azione a presidente del Municipio XII. E’ una manager specializzata in pianificazione strategica, viene dal comitato di quartiere Colle Aurelio, in pratica una voce diretta dalla periferia del nostro territorio. Il mercato di San Giovanni di Dio, quello di via Capasso, il trasporto pubblico che lascia senza collegamenti la periferia, lo scheletro del residence di Bravetta, e naturalmente il Forlanini: nello specifico, i temi principali e le indicazioni per le possibili soluzioni ci sono tutti. L’ultima parola spetterà agli elettori.