Il via vai nell’atrio della città di Roma è più o meno quello di tutti i giorni, la guardia di sicurezza come ormai di abitudine prende la temperatura a chi entra e dà indicazioni a chi le chiede, in sala d’attesa non più di una persona. Gli ambulatori sono aperti, lo resteranno fino al 18 dicembre, poi molte cose cambieranno.
Qui non sarà più come lo vede ora, mi dice una dottoressa che sta parlando proprio della riorganizzazione ormai prossima . Una data certa non c’è, forse la conosce il direttore sanitario, ripetutamente cercato e ripetutamente non reperibile. Ma si sa da giorni che la clinica diventerà un centro covid, un cartello attaccato accanto alla guardiola dell’ingresso avverte che il reparto maternità è chiuso. Altri reparti chiuderanno, quali potrebbe dirlo solo l’introvabile direttore sanitario.
Per Monteverde è una grave perdita, mi dice chi nella clinica ci lavora. C’è un clima di incertezza e anche di forte preoccupazione tra il personale. Quasi tutti sono internalizzati, ma ci sono anche le partite Iva, e sono a rischio. D’altra parte, con la clinica trasformata in centro covid e alcuni reparti chiusi, è forte il rischio che ci sia un esubero di personale, se non per infermieri e medici, sicuramente per le categorie meno protette, per esempio addetti alle pulizie e simili.
I lavori di adeguamento sono già cominciati, per ora si procede nell’area dell’ingresso ambulanze poi si lavorerà nell’altro ingresso della clinica, quello per i carichi, anch’esso sulla strada quindi facilmente raggiungibile.
Sì, da gennaio sarà tutto diverso, e prevedibilmente anche le modalità di accesso saranno molto più stringenti. Si intuisce che è stato opportuno chiudere intanto la maternità e il nido, ma era necessario farlo con tanto anticipo e all’inizio di un inverno per molti altri aspetti così difficile?