Il tempo di finire di confezionarli, e giovedì dalla Cri di via Ramazzini partiranno circa 150 pacchi destinati ai poveri, a chi lo è sempre stato e ai tanti, tantissimi, che nella tempesta della pandemìa e del lock down hanno perso tutto. E per la prima volta la sede di via Ramazzini da giovedì- sempre con orario 10-16- sarà anche un centro di raccolta di generi di prima necessità- non vestiario, con un’epidemia in corso non si può- da consegnare a chi sta vivendo in gravi difficoltà , non solo economiche.
“Mi ha confortato vedere che in tanti hanno risposto al nostro appello alla generosità, in due giorni abbiamo raccolto 170 litri di latte, 250 chili di pasta, e poi riso, prodotti in scatola, olio, tutto quello che avevamo chiesto di donare, ma più che i numeri, per quanto importanti, conta il gesto del donare, perchè significa sentirsi parte della comunità, agire e non restare indifferenti”.
Paola Bernieri, delegata Obiettivo Strategico 2 – Sociale Croce Rossa Italiana, Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale, traccia un primo bilancio della raccolta a Monteverde. Più che la povertà, che pure esiste, nel nostro quartiere è soprattutto la solitudine, in particolare degli anziani, a sollecitare gli interventi. La Cri, con il numero verde 800 06 5510– è necessario chiamarlo per essere inseriti tra quelli che riceveranno i pacchi- ( sul sito alla pagina Cri per le persone) mobilita i propri volontari per consegnare la spesa, o i farmaci, alle persone che non possono uscire da casa, un codice comunicato via telefono identificherà il delegato autorizzato a ritirare la spesa o i farmaci.
Sacche di povertà ci sono anche nel ‘ricco’ centro storico, ma è in periferia che l’indigenza si allarga sempre di più. Tor bella monaca, Corviale, Laurentino terzo, Bastogi, Tiburtino, è lungo l’elenco delle zone in cui operano i volontari dei comitati della città. “Lì vedi la disperazione negli occhi della gente finita sul lastrico, tocchi con mano il bisogno di chi non ha più niente”. Migliaia di ‘invisibili’ senza alcuna rete di protezione, i tanti che lavoravano in nero, i senza tetto, gli irregolari, gli abusivi con le cose in vendita esposte sopra un tappeto sul marciapiede.
Solidarietà contro indifferenza, a dispetto di chi anche adesso vuole i benestanti chiusi nella fortezza del benessere, e tutti gli altri fuori. In questa partita il quartiere, per quanto possibile, ha fatto la differenza.