di Luisa Stendardi
La foto del titolo è tratta dalla pagina facebook Libertà e giustizia per Mimmo Lucano
A distanza di una anno dal primo incontro in streaming con Mimmo Lucano ,il Comitato antirazzista Monteverde, riprende il tema del modello di accoglienza dei migranti realizzato dall’ex sindaco di Riace negli anni in cui amministrò il piccolo comune calabrese , dal 2004 al 2018, dando vita al cosiddetto esempio Riace, conosciuto e apprezzato con riconoscimenti a livello mondiale.
L’incontro dibattito si svolge presso la parrocchia della Trasfigurazione, nella sala Buttinelli, dedicata al primo parroco della chiesa che nascose alcuni ebrei, durante l’occupazione nazista. Una lunga storia di solidarietà ha attraversato questi luoghi che oggi, non a caso, ospitano un confronto sulla vicenda umana e processuale di Mimmo Lucano , che ha subito nel tempo due pesanti condanne, la prima a tredici anni e due mesi di carcere dal Tribunale di Locri, la seconda in appello dalla Corte di Reggio Calabria ,che ha visto una parziale e per molti commentatori “cosmetica” riduzione della pena a dieci anni e cinque mesi. Le accuse ,pesantissime, vanno dall’associazione a delinquere, alla truffa , al peculato.
Adolfo, storico attivista del Comitato, introduce il dibattito ricordando che “Noi tutti siamo qui per sostenere quelle persone che praticano l’accoglienza e che, in questo Paese, rischiano le stesse pene comminate ai mafiosi. Questo è il tema”
Il primo ospite del Comitato a prendere la parola è Mattia Ferrari , il giovane sacerdote parroco che collabora con Mediterranea Saving Humans , l’associazione che presta soccorso ai naufraghi delle rotte mediterranee . Per prima cosa, Mattia ringrazia per l’invito e per l’attivismo che anima le molte persone ,una settantina circa, presenti all’incontro. Vuol dire che nel quartiere c’è attivismo e sensibilità verso il tema della solidarietà. Mediterranea nasce nell’estate del 2018 da” persone già attive, come voi, che hanno sentito che non riuscivano più a stare ferme , ad assistere alle morti in mare di persone , costrette a fuggire per l’ingiustizia globale che genera la crisi migratoria.”. Mediterranea non è una ONG, ci tiene a precisarlo Mattia, non è questo tipo di organizzazione , è una piattaforma di realtà della società civile che hanno deciso di operare per un progetto comune di solidarietà umana, ne fanno parte persone molto diverse: attivisti dei centri sociali, sacerdoti, semplici cittadini, gente delle parrocchie, istituzioni religiose, come il Vescovo di Palermo. Le ultime vittime del naufragio di Crotone , annegate a pochi metri dalla riva, al di là delle eventuali responsabilità delle istituzioni che si potranno accertare, sono solo una parte delle vittime, nel Mediterraneo le vittime ci sono continuamente. “A gennaio sappiamo che sono annegate decine di persone a largo della Libia, un naufragio fantasma. E poi ci sono i respingimenti” Qui l’intervento di Mattia si fa molto duro . I respingimenti della guardia costiera libica avvengono in modo intensivo dal 2017,da quando l’Italia ha sottoscritto gli accordi con la Libia, che” sono state una delle mosse più criminali che il nostro Paese abbia fatto”. Molti dei superstiti dei salvataggi in mare hanno dichiarato che avrebbero preferito annegare piuttosto che essere respinti in Libia , nei centri lager, gestiti dai trafficanti.” Purtroppo persone indicate come boss della mafia libica dalle Nazioni Unite sono oggi i referenti degli accordi con il nostro Paese. Ci scandalizziamo giustamente per la strage di Crotone, ma non ci non ci scandalizziamo allo stesso modo per la strage di stato che noi, con il rinnovo di questi accordi, appaltiamo alla Libia” .
Dopo quest’appassionato intervento, la parola passa a Stefano Galieni , giornalista indipendente che dal 1989 si occupa d’immigrazione e che sta seguendo da vicino la vicenda processuale e umana di Mimmo Lucano. Stefano ha condotto un anno fa per il Comitato il primo incontro con l’ex sindaco Riace.
Sul processo Stefano raccomanda a tutti la lettura di un volume molto interessante “Processo alla solidarietà. La Giustizia e il caso Riace” a cui hanno lavorato persone che stanno contribuendo a smontare le tesi accusatorie contro Mimmo Lucano .In buona sostanza ,mentre le tesi dell’accusa parlano di brama di potere e desiderio di onnipotenza, più semplicemente possiamo dire che” il maestro elementare Mimmo Lucano si è rovinato la vita per un progetto di utopia, che del resto lui stesso rivendica” Le intercettazioni telefoniche, secondo la sentenza della Corte di Cassazione del 2014 ,si possono fare se c’è del materiale probatorio, ma se si utilizzano per dimostrare la colpevolezza, l’intento è rovesciato.”
Il modello Riace è diventato famoso in tutto il mondo. Si poteva fare accoglienza non spendendo più soldi, ma utilizzando meglio le risorse . A Riace è stata realizzata l’accoglienza integrata: non solo quattro pareti dove dormire, ma anche un mestiere ,. un’opportunità di costruzione di futuro. Tra un anno , ci informa Stefano, una ragazza nigeriana, rifugiata a Riace si laureerà in Lingue e questo non accade nei grandi centri di accoglienza , dove le persone non sono messe al centro del progetto.
A Riace durante gli anni del progetto di accoglienza il paese si è ripopolato, le scuole hanno riaperto, si è creata un’economia con i prodotti dell’artigianato , si è fatta la raccolta differenziata con l’uso degli asinelli. Questo era il sogno , l’utopia che si realizzava, il modello vincente da imitare per gestire i processi migratori.
Alcuni fatti che non rientrano nel processo danno l’idea del clima di distruzione personale e collettiva dell’esperienza di Riace. Un esempio : arrivano 50 persone richiedenti asilo al Porto di Gioia Tauro, il prefetto di Reggio Calabria chiama Mimmo Lucano chiedendo l’ospitalità per queste persone. Lucano sindaco risponde che qualche appartamento è disponibile, ma è in cattive condizioni,. Per il prefetto non ci sono problemi e le cinquanta persone vengono traferite in questi appartamenti . Dopodichè parte l’accusa perché gli appartamenti non avevano l’idoneità alloggiativa. Bene, l’accusa è poi caduta perché il Comando dei Carabinieri di Riace non aveva l’idoneità alloggiativa.
Alle ultime elezioni Mimmo Lucano ovviamente non si è potuto candidare , le elezioni sono state vinte da un’esponente della Lega .
La prossima udienza del processo che riguarda Mimmo Lucano ed altri si terrà il prossimo 29 marzo e in aprile ci sarà l’ultima udienza e in seguito la sentenza.
Nessuna sentenza però potrà cancellare l’esperienza di concreta solidarietà che si è svolta a Riace, che con la sua storia è riuscita a fare dell’accoglienza un’opportunità di rinascita sociale ed economica di un’intera comunità . Mimmo Lucano quindi è assolto , come dice Stefano, per aver commesso il fatto. L’incontro si conclude con l’idea di un prossimo appuntamento per continuare a fare rete sul territorio sui temi caldi dell’immigrazione e dell’accoglienza.