Raffaella Leone
Ponte Garibaldi, incrocio piazza Belli. Incrocio maledetto. Per chi ha età e memoria, è lì che e è morta nel 1977 Giorgiana Masi, uccisa da un colpo di pistola durante una manifestazione del Partito Radicale. Chi ha sparato, non si è mai saputo. Secondo Francesco Cossiga- allora ministro degli interni- Giorgiana cadde sotto il ‘fuoco amico’ degli extraparlamentari infiltrati nella pacifica dimostrazione radicale. Secondo i radicali e tutta l’allora sinistra, sparò un agente in borghese con una pistola fuori ordinanza, peraltro mai ritrovata.
Ponte Garibaldi, incrocio maledetto con Piazza Belli. E’ da lì che si sarebbe buttata nel Tevere Adelina detta Alma Sejdini, albanese, 47 anni. Si sarebbe, perchè su questo suicidio non tutto è chiaro, anzi si dovrebbe indagare a fondo. E se è vero che le ragioni di un suicidio le conosce soltanto chi si è uccisa, nel caso di Alma ci sono ragioni concrete, concretissime, che hanno ‘costretto’ un’anima già tormentata dalla vita a rinunciare a quella vita.
Alma era stata obbligata a prostituirsi, vittima lei stessa del racket albanese della prostituzione. Ne aveva conosciuto e subìto la violenza, si era ribellata. Aveva denunciato gli sfruttatori, ne aveva fatti arrestare 40. In cambio, lo Stato per un pò l’ ha protetta. Chiedeva la cittadinanza italiana, abitava nel nostro paese da trent’anni, qualche merito, credeva, se l’era pur guadagnato. Malata di cancro e stremata dalla chemio, era venuta a Roma per trasformare quel permesso di soggiorno che la burocrazia continuava ad assegnarle in una sistemazione definitiva, per avere almeno la possibilità di chiedere una casa popolare.
No, lei per la nostra ottusa burocrazia era un’apolide, e non aveva nemmeno il diritto di trovarsi a Roma, dove aveva minacciato di darsi fuoco davanti al Viminale. Per questo anzi le avevano dato persino dato il foglio di via.
Adelina detta Alma se n’è andata per sempre. A ricordarla, in quell’incrocio maledetto, c’erano le donne. Tra loro anche Fatima, è a Roma per lavoro ma viene dalla Puglia, la regione dove Adelina riposerà nel cimitero di Collepasso. ‘Non conoscevo Adelina, ho sentito in tv la sua storia terribile e mi ha fatto riflettere, una città, una nazione è grande se accoglie chi ci vuole vivere, chi vuole abitarla e farla crescere’.
Le femministe, a ragione ,parlano di femminicidio, anche se il colpevole in questo caso non è un solo uomo ma un intero apparato di burocrati, quelli che nei confronti di Adelina hanno perso, tra carte e bolli, anche il minimo senso di umanità.