Il recente scambio di mail tra la presidente grillina del nostro Municipio e le associazioni che aderiscono alla “Federico Caffè non si vende” non fa sperare in un esito positivo, per lo meno a breve, della vicenda. E c’é il rischio che- esaurite le sacrosante ferie- si riparta nella confusione totale sul prossimo anno scolastico (dove iscriversi, dove si terranno le lezioni, quale parte verrà eventualmente smembrata). O, al contrario, che ci sia un’accelerazione di fine agosto che metta un punto, questo sì, fermo e inappellabile.Le associazioni avevano scritto alla presidente della giunta Crescimanno chiedendole in sostanza di dar seguito alla mozione approvata all’unanimità il 30 maggio scorso, che impegnava la giunta ad attivarsi presso il Miur per la revoca del cambio di destinazione d’uso della scuola, cambio che ne consentirebbe la eventuale vendita e a istituire un tavolo tecnico con tutte le realtà coinvolte per assicurare le necessarie informazioni , partecipazione e condivisione sull’evoluzione della vicenda.
Per correttezza e completezza, riporto il testo della Crescimanno. Gentilissimi riscontro la vostra comunicazione e quanto al merito preciso che:la revoca del cambio di destinazione d’uso dell’edificio sito in via di Villa Pamphilj n. 86 sede dell’I.I.S. Federico Caffè, per competenza, non dipende dal Municipio Roma XII, bensì dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e quanto al mandato ricevuto dal Consiglio del Municipio, approvato con risoluzione il 30.5.2019, nulla si dice in merito a tale profilo. Infatti la precisazione da voi stessi riportata nella comunicazione in calce, si riferisce alla salvaguardia dell’Istituto, tema questo, già chiarito nella mia precedente comunicazione, ove veniva ribadito che la questione è all’ordine dei lavori del tavolo tecnico istituito c/o la Città Metropolitana competente ‘ratione materiae’;quanto alle funzioni del tavolo tecnico istituito, corre l’obbligo di precisare che lo stesso ha come missione quella di adoperarsi per valutare e adottare soluzioni idonee a garantire la salvaguardia dell’Istituto.il Municipio ha adottato tutte le azioni idonee per ottemperare alle determinazioni adottate in consiglio. Quanto alla possibilità di partecipare al tavolo, potrete chiedere all’organo competente l’autorizzazione.Certa di aver fornito esaustivo riscontro, porgo cordiali saluti.
Di seguito la risposta delle associazioni “Federico Caffé non si vende”
Gentile Presidente Crescimanno, grazie per la sua risposta. Siamo a conoscenza che la revoca del cambio di destinazione d’uso dell’edificio sito in via di Villa Pamphilj n. 86 sede dell’I.I.S. Federico Caffè, per competenza, non dipende dal Municipio Roma XII, bensì dalla Città Metropolitana di Roma Capitale. Tuttavia il Municipio ha un forte potere: fare pressione per richiederla. Ora, desideriamo soffermarci sul mandato che ha ricevuto il 30 maggio. E’ vero il mandato non dice espressamente di attivarsi per ottenere la revoca del cambio di destinazione d’uso dell’edificio sito in via di Villa Pamphilj n. 86 sede dell’I.I.S. Federico Caffè. Tuttavia la risoluzione, nell’esprimere “la netta contrarietà al trasferimento di una parte dell’Istituto Federico Caffè,” ha dato mandato a lei come alla Giunta Municipale di attivarsi presso le istituzioni competenti, affinché si possa salvaguardare l’integrità dell’Istituto Federico Caffè”. Ora, questo mandato può essere interpretabile. Che significa“netta contrarietà al trasferimento di una parte dell’Istituto Federico Caffè”? Che significa “attivarsi presso le istituzioni competenti”? Certo l’interpretazione dipende dalla sua volontà e da quella della Giunta di agire per evitare il trasferimento. Secondo noi significa che l’unica cosa concreta da fare da parte sua e della Giunta sarebbe stata – ma vogliamo dire è – una forte pressione nei confronti del MIUR e della Città Metropolitana per ottenere la revoca del cambio di destinazione d’uso dell’edificio sito in via di Villa Pamphilj n.86. E scongiurare cosi la vendita dell’edificio, sede dell’Istituto; “..predisporre soluzioni alternative che non penalizzino la potenzialità dell’Istituto” era un’azione da fare “eventualmente”, in secondo luogo. Solo in caso di rifiuto della revoca da parte delle autorità competenti.Purtroppo dalla sua risposta ci sembra di capire ,con grande delusione, che i firmatari della Risoluzione del Consiglio municipale del 30/05/2019 , facendo leva sulla interpretazione , alla lettera, delle parole e non sulla sostanza , non intendono chiedere la revoca della delibera del 27 /12 / 2018 relativa al cambio di destinazione d’uso dell’Istituto F.Caffè. “Gentile Presidente riteniamo importante dire con chiarezza il nostro pensiero perché crediamo fortemente nel dialogo per far crescere la fiducia nell’azione politica congiunta tra le realtà territoriali e le istituzioni. Vogliamo rimanere nella certezza che è nel suo potere richiedere la revoca del cambio di destinazione d’uso dell’edificio sito in via di Villa Pamphilj n. 86 sede dell’I.I.S. Federico Caffè, Un cordiale saluto
Le associazioni “Federico Caffè non si vende”