Fondi non richiesti nè spesi, c’è anche il Forlanini
La mancanza di novità sull’ex ospedale Forlanini sarebbe la classica non notizia- è così da anni, lo sa bene il comitato omonimo- se non fosse che proprio in questi giorni e mesi è ‘sul piatto’ la possibilità di usare i fondi europei per la sanità. Non quelli del Mes- su quelli decide il governo, per ora bloccato dal no dei 5 stelle- ma i fondi strutturali stanziati da Bruxelles nell’ambito della programmazione pluriennale. Fondi che potrebbero essere utilizzati per ben di più della pur necessaria caserma (viste le condizioni di abbandono e di degrado) all’interno del complesso. Il fatto è che la Regione anche nell’ultimo intervento pubblico continua a iscrivere l’ex ospedale sotto la voce patrimonio pubblico e inalienabile ( e questo è un bene , visti i tentativi negli anni scorsi di mettere in vendita il complesso) e non sotto il profilo di presidio socio-sanitario.
Nemmeno la pandemìa in atto e la evidente difficoltà a farvi fronte delle strutture private a cui si è fatto largamente ricorso hanno convinto la Regione per lo meno a riaprire la pratica, a far partire qualche iniziativa in direzione dell’uso socio-sanitario di una parte almeno dell’enorme insieme di palazzine. ‘Non cale’, non interessa. E’ caduta nel non cale anche l’ipotesi prospettata dall’ex primario di chirurgia toracica prof Martelli, di permettere un sopralluogo di tecnici e ingegneri per valutare quali reparti si potessero eventualmente riaprire. Ipotesi stroncata senza appello dall’assessore alla sanità D’amato. In sostanza, quella che resta in piedi sull’ eventuale riapertura del Forlanini è la proposta del presidente della regione Zingaretti di farne la sede della futura agenzia europea della ricerca biomedica. Proposta benemerita ma futuristica e comunque lontana dalle esigenze primarie in una città -e regione- con la sanità pubblica sempre più in affanno.
Al comitato che riunisce le varie associazioni impegnate da anni per la riapertura dell’ex ospedale non resta che chiedere per l’ennesima volta almeno l’apertura di un tavolo di confronto, come ha fatto in questi giorni nell’ultima lettera inviata a Zingaretti. E sperare che i responsabili della Pisana sappiano almeno cogliere l’attimo, nel senso di mettere a frutto i fondi stanziati dall’ Europa. Magari anche ‘cogliendo l’attimo preelettorale’.