Il 18 maggio u.s. si è riunito per la terza volta il tavolo di confronto, inaugurato a Novembre, tra la Cgil Lazio, il Coordinamento dei Comitati cittadini e i comitati di quartiere per la riqualificazione e futura destinazione del’ex ospedale Forlanini, Nell’ultimo incontro la Regione aveva annunciato l’approvazione di due delibere di giunta che stabilivano: l’avvio della candidatuta internazionale del Forlanini ,come sede della futura Agenzia per la ricerca biomedica, lanciata dalla Presidente della Commissione europea per la lotta alle pandemie, e la creazione di una RSA pubblica e di una Casa della salute, due delle principali richieste avanzate dal sindacato e dai comitati. Con l’approvazione di queste delibere sembrava , in questo terzo incontro, di poter programmare i tempi e i modi degli interventi ,ma l’incertezza nella definizione dei progetti ha impedito la prosecuzione della tratttativa.
Siamo ancora lontani dalla soluzione della questione Forlanini e ancora una volta le parti sociali, si sono trovate di fronte al classico muro di gomma. Il sindacato CGIL vorrebbe definire con la Regione un protocollo d’intesa dove si scrive , nero su bianco, cosa si vuole fare all’interno del vasto complesso architettonico, come si vuole procedere nello stabilire la priorità degli interventi, e in quali tempi si pensa di realizzare le opere di riqualificazione. Fantasia? Sembrerebbe buon senso, ma la Regione in realtà non è nelle condizioni di fornire delle risposte. E’ vero che Zingaretti ha chiesto prima a Conte e poi a Draghi di prevedere nel Recovery plan i fondi necessari alla riqualificazione di una parte del Forlanini da destinare alla creazione della futura Agenzia, ma è vero anche, risponde la Regione, che non c’è certezza sull’esito della candidatura e quindi i fondi del Recovery non si possono impegnare per un Agenzia che potrebbe essere collocata in un altra nazione e città. Ma i soldi per una volta non sono il problema, la Regione assicura che ci sono altri assi di finanziamento nella ordinaria programmazione europea che potrebbero essere attivati a questo scopo, e allora si può iniziare ad immaginare l’area di destinazione? No, perchè la partecipata Lazio crea , acui è stato affidato per la cifra di 75,000 euro , uno studio di fattibilità sui vari ambiti di valutazione per l’Agenzia : qualità dei trasporti,standard parcheggi ecc.. non ha ancora prodotto i risultati necessari e quindi restiamo in attesa. E allora si può immaginare di discutere sulla migliore collocazione della RSA pubblica e della Casa della Salute? La risposta è che gli uffici tecnici della Regione stanno lavorando ad uno studio che è ancora in corso. La replica del Coordinamento dei Comitati è che la migliore collocazione per la RSA non è nelle palazzine periferiche,ma nella parte monumentale dotata di ampie terrazze e che in ogni caso l’eventuale Agenzia, la RSA e la Casa della Salute non esauriscono gli spazi a disposizione per altri servizi sociali e sanitari che i cittadini aspettano da molto tempo: trasferimento del Dipartimento Prevenzione e Ambulatori ASL che, tra l’altro, comporterebbero notevoli risparmi per fitti passivi, servizi pubblici locali, restauro dei teatri, dell’aula magna , del parco che potrebbe essere aperto al pubblico. Possiamo discutere di questi interventi ? Sembrerebbe ancora di no, per questi interventi è necessaria l’interlocuzione con il sindaco di Roma , ma tra poco, anzi pochissimo ci saranno le elezioni della nuova giunta e quindi è più che opportuno attendere, I cittadini però sono stanchi di attendere, attendono da molti anni di poter riconvertire il Forlanini ai bisogni sociali e sanitari della collettività. Il problema è che le pubbliche amministrazioni non sembrano più in grado di programmare e realizzare interventi, con la partecipazione dei corpi sociali , che di fatto restano esclusi dalle decisioni sulla destinazione dei beni comuni.
Per cambiare rotta, chiusi i tavoli di confronto, non resta che tornare alla mobilitazione.