Qualche giorno fa, un nuovo incontro tra i rappresentanti politici della Regione Lazio , la CGIL regionale e il Coordinamento dei Comitati per il Forlanini bene comune, ha fatto avanzare i termini della trattativa in corso da un paio di mesi sul destino dell’ex ospedale.
Cosa è successo ? E’ successo che la Regione, dopo aver detto si il due Novembre scorso all’apertura di un tavolo di confronto con il sindacato e i cittadini, è giunta finalmente alla determinazione di mettere nero su bianco la futura destinazione dello storico complesso architettonico. E’ noto che la pubblica amministrazione parla attraverso gli atti e sarà infatti una delibera di giunta di prossima approvazione a dare voce alla volontà politica. Una delibera “di cornice e di indirizzo”, che le forze sociali aspettavano da lungo tempo . Oltre alla candidatura ,presentata dal Presidente Zingaretti ad ospitare l’ Agenzia per la ricerca e lo Sviluppo biomedico, proposta dalla presidente della Commissione europea per combattere le crisi sanitarie , il Forlanini dovrebbe ospitare anche quelle strutture mediche e sociali di prossimità che il Coordinamento dei Comitati cittadini e il sindacato chiedevano già dal 2015, anno in cui ,già dismesso come ospedale, il complesso passò definitivamente nella proprietà della Regione Lazio.
La Regione ha detto si all’ apertura di due RSA (residenze sanitarie assistite) pubbliche da definire per dimensione,articolazione e tipologia, all’ apertura di una Casa della salute a disposizione del territorio, al possibile trasferimento degli ambulatori della ASL Roma 3 attualmente collocati in edifici poco adatti , oltre che sottoposti ad onerosi canoni di affitto. Queste sono solo una parte delle proposte avanzate dal Coordinamento dei comitati cittadini e dalla CGIL , e queste dovrebbero essere le destinazioni sicure , già di fatto approvate dalla Regione anche dal punto di vista finanziario. Questa volta è stato assicurato che i soldi ci sono per avviare le operazioni di recupero insieme alla volontà di aderire all’idea che il Forlanini non possa e non debba abbandonare la vocazione sociale e sanitaria che lo ha ha reso famoso nel mondo per la sua architettura d’avanguardia e la pratica di cure innovative nel campo delle malattie polmonari.
Per il Coordinamento dei comitati per il Forlanini bene comune e per la Cgil è un risultato importante. Basti pensare che nel 2016 un’altra delibera regionale di giunta aveva trasferito il Forlanini nella categoria dei “beni disponibili” del patrimonio pubblico, con l’evidente rischio di farne oggetto di un’operazione di cartolarizzazione,ai tempi molto in voga.
Ora quei tempi sembrano lontani anni luce. Di fronte alla pandemia da Covid 19 e alla evidente carenza dei servizi sanitari pubblici, sacrificati da anni di dolorosi tagli di risorse finanziarie e umane, il rafforzamento della sanità pubblica diventa un imperativo categorico.