Intervista a Rino Giuliani dipartimento welfare SPI CGIL di Roma e del Lazio
Il sindacato manifesta dopodomani. Siamo all’ennesima mobilitazione per la riapertura del Forlanini?
Direi che non siamo in presenza di una “ennesima “ mobilitazione per la riapertura del Forlanini . Quella del 17 giugno è una iniziativa sindacale, della CGIL che ha il fine di far proseguire una trattativa in corso. Dopo la lontana manifestazione del 2016 della CGIL insieme alle associazioni del territorio si sono succeduti sit-in, ci sono state presenze ai cancelli del Forlanini di esponenti politici, di singoli e gruppi di cittadini , flash mob ecc con un obiettivo: far riaprire il Forlanini.
Il confronto oggi, il punto di discussione con la Regione non verte sulla riapertura del Forlanini ma su come farlo riaprire, con quali specifiche funzioni sociosanitarie, culturali e sociali da riallocare ed in quali ragionevoli tempi convenuti e programmati. Se siamo arrivati a questa diversa fase lo si deve soprattutto, all’azione, non da oggi, del sindacato e non a comunicati stampa, estemporanei quanto istantanei, a ridosso di campagne elettorali.
Dopo i primi incontri che cosa ha iniziato a non funzionare ?
Abbiamo fatto complessivamente quattro incontri con la presidenza della Giunta affiancata dall’assessorato alla salute e da quello del patrimonio. La controparte istituzionale, all’inizio, nel primo incontro, ha risposto positivamente convenendo con noi e impegnandosi subito sulle prime due nostre richieste relative all’allocazione di funzioni sociosanitarie (RSA e Casa della salute). Per le altre da noi avanzate si è mostrata disponibile ai necessari approfondimenti tecnici. Richieste, queste, da noi presentate nero su bianco, rivendicazioni condivise da CGIL, coordinamento dei comitati per il Forlanini bene comune e da altre associazioni del territorio presenti peraltro nella trattativa sindacale. La Regione a metà giugno deve ancora dare al sindacato quelle risposte che si era impegnata a dare . Da li si deve ripartire per poter andare avanti in un confronto peraltro risollecitato ma ad oggi. disatteso.
La DGR n 72 del marzo scorso sul Forlanini in qual misura prefigurerebbe un percorso contraddittorio rispetto a quello avviato con il sindacato?
Citiamo i fatti: giovedi 6 febbraio 2021 si è svolto il terzo incontro sul Forlanini con l’impegno da parte della Regione a presentare un quadro programmatico delle tipologie degli interventi da allocare. Il martedì 9 febbraio, dopo il fine settimana, viene resa pubblica una DGR la n. 72 che prospetta un percorso riduttivo e a nostro giudizio ostativo del percorso in discussione
La valutazione sindacale al riguardo è in un comunicato stampa di ieri pomeriggio nel quale si osserva che, se si pensa di impegnare la prevalente disponibilità degli immobili del Forlanini per allocarci una Agenzia europea molto eventuale e le cui funzioni di rappresentanza internazionale presuppongono ben più limitati spazi, si apre un problema per allocare le funzioni sociosanitarie che come Regione si afferma di voler inserire nel complesso del Forlanini. Quello che si chiede è di capire come il percorso avviato con la DGR n72 non entri in contraddizione rispetto all’obiettivo della restituzione del Forlanini nel suo complesso alla città in quanto bene comune , essenziale per la sanità pubblica e perno per la rigenerazione urbana e sociale dei municipi del quadrante cittadino e dell’intera città.
Riaprire il Forlanini costerebbe moltissimo. Dipenderà tutto dal PNRR e dai finanziamenti dei progetti. E’ questo che intendete sollecitare con l la manifestazione?
L’assessore al patrimonio nel primo incontro sul Forlanini ha tenuto a sottolineare più volte come le risorse finanziarie mirate alla graduale restituire di tutto il complesso ospedaliero ai cittadini romani c’erano , non c’erano problemi al riguardo ed erano nella disponibilità della giunta.
E’ per questo che abbiamo chiesto di poter discutere un piano finanziario ( una delle risposte che la Regione si era impegnata a presentare al sindacato).
La Regione , peraltro, precedentemente con una delibera aveva avanzato al governo Conte la richiesta di finanziare con i progetti del PNRR la sola allocazione dentro il Forlanini della eventuale sede dell’Agenzia europea.
il PNRR non ha il fine di darci la sanità pubblica rinnovata che vogliamo ma certo può essere ed è, non in via esclusiva, importante nell’avvio del percorso verso il rinnovamento della sanità . Puo’ valere in parte anche per il Forlanini. Sarà bene che la Regione Lazio lo utilizzi al massimo nella logica di rivisitazione del SSR .
Anche in Regione Lazio tutto questo può avvenire mettendo insieme e non tenendo separate programmazione ordinaria con interventi e risorse a diverso titolo previsti, e investimenti progettuali straordinari. .
Una esigenza e una strada necessariamente obbligata che nel Lazio ci rinvia ad un tema pur presente a livello nazionale che è quello della qualificazione ed adeguatezza, più in generale, della governance regionale e delle ASL rispetto alla sfida del PNRR..
Il rilancio della sanità pubblica (e quindi anche la riapertura del Forlanini) non passa esclusivamente dai fondi del PNRR ma dall’uso mirato e integrato con le altre fonti di risorse finanziarie sulle quali ogni Regione può contare e non dipende da un unico progetto con funzioni salvifiche.
In sintesi con la manifestazione cosa volete dire al presidente Zingaretti?
Il 17 giugno La CGIL , il Coordinamento delle associazioni e dei comitati per il Forlanini bene comune e molte associazioni del territorio sono sotto la sede della Giunta per dire alla Regione che non può decidere da sola sul Forlanini perché nelle società democratiche le istituzioni si devono sempre confrontare con le rappresentanze sociali e tenere conto di quanto le stesse avanzano. Il ” Forlanini che riapre “ è un obiettivo che il sindacato non lascerà cadere.
Rino Giuliani dipartimento welfare SPI CGIL di Roma e del Lazio