Processo Regeni, si ricomincia. Annullato il rinvio a giudizio chiesto dal Gup, si ripartirà dall’udienza preliminare. Secondo i giudici della terza Corte di Assise di Roma non c’è la certezza ufficiale che i quattro 007 egiziani imputati di sequestro e di omicidio per avere secondo l’accusa sequestrato, torturato e infine ucciso il giovane ricercatore italiano nel 2016 – il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif -siano stati raggiunti dalla notifica ufficiale del rinvio a giudizio disposto dalla Procura di Roma. “Le richieste inoltrate tramite rogatoria all’autorità giudiziaria egiziana contenenti l’invito a fornire indicazioni sulle compiute generalità anagrafiche e sugli attuali ‘residenza o domicilio’ utili per acquisire formale elezione di domicilio non hanno avuto alcun esito”, scrivono i giudici, che notano:” L’acclarata inerzia dello Stato egiziano a fronte di tali richieste del ministero della Giustizia italiano, certamente pervenute presso l’omologa autorità egiziana, seguite da reiterati solleciti per via giudiziaria e diplomatica nonché da appelli di risonanza internazionale, effettuato dalle massime autorita’ dello Stato italiano, ha determinato l’impossibilità di notificare agli imputati, presso un indirizzo determinato, tutti gli atti del procedimento a partire dall’avviso di conclusione delle indagini. Gli imputati, dunque, non sono stati raggiunti da alcun atto ufficiale”
Il giudice della nuova udienza preliminare dovrà accertare che gli imputati siano effettivamente a conoscenza del procedimento che li riguarda. All’udienza hanno assistito anche i familiari di Giulio, che hanno commentato con amarezza: ha vinto la prepotenza egiziana.