Raffaella Leone
“In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia.” Le parole del segretario del PD Enrico Letta fotografano correttamente l’avvio della crisi più surreale della nostra storia contemporanea, quel mercoledì 20 luglio tutt’altro che da leoni, visto che dopo averne provocato la caduta i tre principali ex alleati della maggioranza di governo si affrettano a ritirare la mano e a negare di aver avuto parte in commedia. Lega, Forza Italia e M5S non hanno partecipato al voto sulla Mozione Casini, su cui il governo aveva posto la fiducia. Presenti ma non votanti, escamotage per non far mancare il numero legale e di conseguenza non annullare il voto. Una mozione secca, quella presentata da Casini “Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del consiglio dei ministri, le approva”. 95 voti a favore, così si è dissolta la maggioranza nell’aula di Palazzo Madama.
Il leader di Forza Italia Berlusconi sostiene che Draghi era stanco e ha colto l’occasione per tirarsi fuori, il capitano della Lega Salvini , ostentatamente, non applaude Draghi in aula e successivamente addosserà la responsabilità della crisi ai ‘soliti noti’ ( cit Casablanca) ‘Draghi e l’Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5Stelle e dei giochini di potere del Pd’ , il capo politico dei 5 stelle Conte – movimento che ha innescato la crisi e ora rischia la totale irrilevanza- accusa Draghi di atteggiamento sprezzante e lamenta che i grillini sono stati in pratica messi alla porta.
Tanto più surreale, questa crisi, perchè il governo era comunque a scadenza, la previsione era di aprire le urne nella primavera dell’anno prossimo. Si voterà invece il 25 settembre del 2022, il Presidente Mattarella ha già firmato il decreto del dimissionario premier. E ha già fatto capire- nel rigoroso rispetto della correttezza istituzionale che lo contraddistingue- quanto poco gli sia piaciuto questo finale.”Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese”, ma la situazione politica che si è determinata ha reso inevitabile questa decisione.
“Ho il dovere di sottolineare ( cito il testo dell’agenzia Ansa) – ha stigmatizzato Mattarella – che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese. Interventi indispensabili, dunque, per fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli. Indispensabili – ha rimarcato ancora – per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale. A queste esigenze si affianca – con importanza decisiva – quella della attuazione nei tempi concordati del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno. Né può essere ignorato il dovere di proseguire nell’azione di contrasto alla pandemia, che si manifesta tuttora pericolosamente diffusa. Per queste ragioni mi auguro che – pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale – vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo, riguardo agli aspetti che ho indicato; nell’interesse superiore dell’Italia”, ha concluso.
L’acuta dialettica in campagna elettorale, di cui parla il Capo dello Stato, mostra già toni a dir poco esagitati. Forza Italia perde pezzi, lasciano il partito Andrea Cangini, Maria Stella Gelmini, Renato Brunetta, salutati da Berlusconi con un ‘riposino in pace, non hanno un futuro politico’, anche la ‘pupilla’ Mara Carfagna medita di lasciare il partito. Il leader si candida al Senato, sarebbe la sua grande rivincita se, come sembra, punta addirittura alla presidenza di Palazzo Madama. Intanto lancia il suo programma, punto forte l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro.
Ciascun partito del centro destra andrà alle elezioni andrà alle elezioni con il proprio simbolo -e si capisce la soddisfazione di Giorgia Meloni- Salvini mette in campo i suoi cavalli di battaglia pace fiscale, taglio delle tasse e flat tax, riforma delle pensioni e nuovi Decreti sicurezza e concede: chi raccoglierà più voti indicherà il premier del futuro governo, Calenda vuole correre da solo, Renzi, i cui rapporti con Pd non si sono mai ricomposti, punta ad un buon risultato per Italia Viva, i cespugli centristi cercano almeno un certtificato di esistenza in vita.
Il Pd ha estromesso dal campo largo i contiani- ‘nessun accordo con chi ha fatto cadere Draghi’- ma ha la grana delle primarie di coalizione a Palermo, con Conte niente affatto disposto a lasciar perdere. Il segretario Enrico Letta sottolinea in ogni caso che quanto è accaduto a Palazzo Madama, con Forza Italia e Lega che hanno tradito il mondo produttivo, è un vulnus, una ferita che peserà molto. “Non ho mai visto vincere le elezioni a chi fa scelte di calcolo”
Si preannuncia un agosto di lavoro per i maggiorenti dei vari partiti, con liste elettorali da chiudere entro la metà del mese e la complicazione del taglio dei parlamentari, con conseguenti esclusioni eccellenti. Come direbbe Berlusconi, per molti non ci sarà un futuro politico.
Nel post terremoto politico, paradossalmente è rimasto in piedi il governo, lesionato sì ma in carica ‘per gli affari correnti’, come recita la formula canonica che Draghi sembra intenzionato a interpretare a tutto campo. Intanto sarà questo governo a redigere la Nadef, la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, in pratica la cornice della legge di bilancio che dovrà varare il prossimo governo.«Dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Dobbiamo portare avanti l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà», ha elencato Draghi in CdM, per i saluti ci sarà tempo. Nell’agenda ritagliata sugli affari correnti rientrano anche il nuovo decreto aiuti, per continuare a proteggere famiglie e imprese dalla corsa dell’inflazione e dai rincari di benzina e bollette amplificati dalla guerra in Ucraina., l’evoluzione del conflitto, che potrebbe portare alla necessità di nuovi invii di armi a Kiev, gli appuntamenti internazionali già programmati. E ci sono soprattutto da approvare- e questo rientra negli affari correnti, i decreti attuativi della riforma della giustizia civile, penale e tributaria (se verrà chiusa in Parlamento), quelli che rivedono il codice degli appalti e, dopo il via libera che si otterrà grazie allo stralcio delle norme sui taxi, anche quelli del ddl sulla concorrenza. Tutti passi indispensabili per non perdere i 19 miliardi europei del PNRR.
Dalla Camera- dove il premier ormai dimissionario ha concluso il coretto percorso istituzionale di parlamentarizzazione della crisi- Draghi è stato accolto da una standing ovation del centro sinistra di governo. E’ sembrato sorpreso e commosso, perfino scherzoso. ” Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, a volte. Grazie per questo e per tutto il lavoro fatti in questi mesi”.
( Quasi tutte le immagini dell’articolo sono tratte da Sky tg 24)