Guanti, mascherine, distanziamenti, e finalmente … libri
di Luisa Stendardi
Sono una delle prime clienti di questa mattina, le vetrine della libreria Quattro Venti sono finalmente visibili con le ultime novità. Mi accoglie la proprietaria con un sorriso che posso solo immaginare sotto la mascherina: impareremo con il tempo a interpretare dagli occhi i sorrisi , per ora è un esercizio difficile che richiede molta attenzione.
“Come avete vissuto questo mese di chiusura, siete riusciti a mantenere il contatto con i clienti?”
“Essere una libreria indipendente è difficile in questi tempi. Per fortuna la nostra caratteristica è quella di essere una libreria di quartiere. Un punto di riferimento per molte famiglie che vengono qui non solo per acquistare libri da leggere o regalare, ma anche per il corredo scolastico dei figli. Noi vendiamo anche i libri scolastici: i genitori o i ragazzi lasciano la lista dei libri e noi glieli facciamo trovare.Questo è un servizio molto importante che ci avvicina alla vita del quartiere. Abbiamo anche una buona scelta di libri per l’infanzia, siamo un punto di riferimento per i bambini che vanno a scuola, prendono quello che gli serve :libri, quaderni – serviamo anche oggetti di cartoleria – e poi passa la mamma per pagare e magari sfoglia un libro di narrativa o di poesia.”
Quindi in questo periodo di chiusura avete ricevuto ordini?
I clienti mi hanno telefonato, mi hanno anche chiesto di procurargli dei libri da ritirare all’apertura. Devo dire, che ho ricevuto molte manifestazione di stima per il mio lavoro
Avete effettuato delle vendite on line?
Si , l”Associazione degli Editori ha organizzato un fondo per le consegne gratuite in tutta Italia, che ora si è esaurito e forse verrà ripristinato. Abbiamo fatto qualche consegna , è stato importante soprattutto per mantenere viva l’attività.
Come vedete il futuro in questo tempo di convivenza con il virus
Beh intanto ci siamo dovuti organizzare, abbiamo sanificato il locale e la sanificazione è un costo in più che dovremo sopportare periodicamente. Poi c’è il problema del distanziamento, non più di due persone per volta e il negozio è piccolo, abbiamo dovuto riorganizzre gli spazi, non è facile lavorare in queste condizioni.
La nostra intervista finisce qui, ci salutiamo a distanza mentre una signora sta aspettando la mia uscita per varcare la soglia del negozio.