IL DOVERE DELLA MEMORIA
Il 27 gennaio di 80 anni fa le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbatterono il cancello di Auschwitz, in Polonia, il più grande dei campi di sterminio nazisti. Lì morirono 1 milione di ebrei, vittime principali dei 6 milioni di rom, cinti, dissidenti politici , disabili, malati di mente, omosessuali complessivamente sterminati su ordine di Hitler. Nel campo si svolgerà oggi la cerimonia di commemorazione, presenti una sessantina di capi di Stato e di governo, tra cui il Presidente Mattarella e per la prima volta anche Carlo di Inghilterra. Non ci sarà un rappresentante russo-nazione non invitata dopo l’invasione dell’Ucraina, e non ci sarà Benjamin Netaniahu, sotto mandato di arresto della Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità dopo la reazione israeliana all’attacco condotto da Hamas il 7 ottobre del 2023. In Italia l’anniversario è segnato dalle polemiche dopo la decisione della comunità ebraica milanese di non partecipare alle commemorazioni promosse dall’Anpi in segno di protesta per le posizioni assunte dall’associazione dei partigiani, giudicate filopalestinesi. A Roma ci sarà Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e tuttora oggetto di minacce e insulti sul web.