Il professor Martelli al presidio davanti e per il Forlanini
Raffaella Leone
Arrivano alla spicciolata man mano che il sole avanza e stempera il freddo dell’alba. Alla fine c’è il gran completo ben prima che cominci la diretta televisiva del Tg3 Lazio. Ci sono i protagonisti storici della battaglia per la sanità pubblica al Forlanini, dal Coordinamento comitati, associazioni e cittadini per il Forlanini Bene Comune ai membri del Comitato Roma dodici che da privati cittadini hanno promosso, pagato di tasca propria e poi vinto il ricorso al Tar , alla Cgil, unico sindacato che sin dall’inizio si è schierato perchè il Forlanini resti un presidio della sanità pubblica e per questo ha anche sfidato il governo ‘amico’ del centro sinistra.
C’è Edoardo Turi, medico di Medicina democratica . Evita la telecamera Antonella Saliva ,associazione La Fenice, (nella foto in alto a destra) che ha il grande merito di aver organizzato questo incontro e aver coinvolto il tg3 Lazio. E c’è il prof Massimo Martelli, mitico primario del reparto di chirurgia polmonare, autore come commissario straordinario di un progetto di ristrutturazione a costo zero tenuto in non cale dalla allora giunta di centro-destra della Polverini, lui come sempre protagonista e anche un pò primadonna . Anche oggi diversi tra i presenti si avvicinano per ringraziarlo degli interventi salvavita e la stessa giornalista del tg3 a fine diretta racconta di aver ricevuto un messaggio:’ tratti bene il professore, ha salvato mio padre’. Sarà proprio il professore, pragmatico e attento al concreto, a suggerire una possibile via d’uscita da quello che per ora appare un vicolo cieco: affittare al Bambino Gesù solo una parte degli spazi e dei posti letto e destinare l’altra parte tassativamente alla sanità pubblica.
C’è una coppia di carabinieri, normalmente non ce ne sono davanti a questo ingresso, sono qui per il presidio, vengono dalla caserma di Via Portuense, unico progetto realizzato tra i tanti promessi dalla fantasiosa coppia Zingaretti- D’Amato. E ci sono facce che non si sono mai viste prima agli incontri e alle riunioni sul Forlanini, chi sono, come mai sono qui e da dove spuntano ,proprio in questi tempi, è una domanda che circola tra i capannelli. E a proposito, ci si chiede anche che fine farà la Dia (Direzione investigativa Antimafia) ospitata all’interno del complesso del Forlanini: come può una branca dipendente per eccellenza dal ministero degli interni operare in territorio ‘straniero’, visto che nella peraltro molto elusiva e priva di specifiche Dichiarazione di intenti è scritto che il Vaticano compra il complesso del Forlanini (in affitto andrebbe per 99 anni solo l’ospedale) ?
E’ un presidio molto partecipato, oltre ai volti noti e intervistati (dichiarazioni brevi, raccomanda Gemma Giovannelli, la giornalista che conduce la diretta di Buongiorno Regione ), ci sono i cittadini- monteverdini e non- che avvertono la gravità e la complessità del problema. Tra loro Alessandra, giovane mamma preoccupata dal privato che avanza ‘restiamo senza un presidio del Servizio Sanitario Nazionale, il dottor Buggioni, che lavora al San Camillo ‘la pediatria del nostro ospedale è già un’eccellenza, non ci serve un doppione, pensino piuttosto a trovare i soldi per i pronto soccorso’, nei capannelli si fanno anche previsioni fosche sulla viabilità in una zona che già convive con gli intasamenti. E c’è Margherita Eichberg, la mamma di Lisa, diciassettenne morta tra orribili dolori al Bambino Gesù dopo una trasfusione sbagliata.
La Regione, pur invitata, diserta e non manda neanche un funzionario (a meno che non fosse in incognito tra la folla) . C’è invece, con una nutrita rappresentanza, la Cgil, che ha l’innegabile merito di aver sempre sostenuto, promosso e partecipato (nell’assenza distratta degli altri sindacati maggiori) alle iniziative e a quei pochi incontri ufficiali che si è riusciti a strappare alla giunta Zingaretti ‘in tutt’altre faccende affaccendata’. Donatella Onofri, segretaria generale della Cgil Roma Centro Ovest Litoranea non ha nessuna intenzione di rinunciare alla battaglia: ‘abbiamo già chiesto un incontro al presidente Rocca e torneremo a chiederlo, vogliamo chiarimenti su questo accordo di cui si parla molto ma non si sa niente’. Salvatore Costa a nome del Coordinamento ancora si indigna per le giravolte dei vertici regionali: ‘ci hanno sempre detto che non c’erano i fondi per la ristrutturazione e per dare servizi ai cittadini, addirittura l’allora assessore D’Amato disse che il Forlanini non poteva più essere un ospedale e ora scopriamo- da fonti di stampa, perchè nessuno informa i cittadini ufficialmente- che ci sono 500 milioni pubblici da spendere per dare chiavi in mano l’ospedale a un ente privato. Non hanno mai voluto un incontro con la cittadinanza e i sindacati , apprendiamo solo dalla stampa, questo è un modo assolutamente antidemocratico, oggi ci dicono il contrario di quello che ci hanno detto per anni, è un danno per la cittadinanza e un danno alla democrazia’.
Altrettanto accalorate le parole di Francesca Perri, del Comitato Roma 12, già medico di pronto soccorso e volto storico delle iniziative per il Forlanini :’ adesso si parla di 600 milioni di soldi nostri, dei lavoratori, ma io dico: la Corte dei conti ci sta o non ci sta? Io la chiamo in causa’.
Assediato da saluti e stette di mano il prof Martelli parla chiaro e mette a fuoco un’indicazione che potrebbe essere molto utile: ‘Io in linea di principio non sono in disaccordo perchè venga qui il Bambin Gesù però voglio dire: siamo stati traditi dalla politica perchè in campagna elettorale avevano detto “il Forlanini ritornerà alla sanità della Regione”, cosa non vera. La seconda cosa: quando si parla di questo accordo fatto tra Mantovano e monsignor Parolin c’è un problema: non si dice che cosa del Bambin Gesù dovrebbe venire qui. Quell’ospedale attualmente ha sei sedi, Gianicolo, San Paolo fuori le mura, via Valdelli, Passoscuro, Palidoro e Santa Marinella. Vengono tutte qui? Comunque sia il Bambin Gesù ha 600 posti letto, 627 per l’esattezza, il Forlanini ha una capienza di oltre 1500 posti. Con un gentlemen agreement si potrebbe fare una parte riservata al Bambin Gesù e il resto alla sanità pubblica, e intendo pubblica, non sanità convenzionata o accreditata, che è ben diverso’.
La protesta indignata per l’uso distorto/spreco di fondi pubblici a favore di un ente privato e per di più straniero percorre tutto il presidio e torna in molti interventi. La riprende anche Mariangela Pierro, portavoce del Coordinamento, che anzi aggiunge altri elementi :’consegniamo tutto al Vaticano? è un altro Stato, può fare quello che vuole, non è soggetto alle leggi italiane, è un bel pasticcio. Tra l’altro, piccolo particolare, il Bambino Gesù è una fondazione, tra i fondi c’è anche il Qatar, quando Meloni è andata in Qatar con lei c’erano anche due medici del Bambino Gesù, E’ chiaro ormai che la sanità è appannaggio delle grandi multinazionali, dei grandi fondi, ecco, quindi questo è un problema’.
Nei capannelli si discute ancora a lungo dopo che il furgoncino con la telecamera del Tg3 Lazio è ripartito. Non è ancora il momento di lasciare il campo. Forse perchè non è ancora finita.