L’umanità soffre – e muore- da mesi per il coronavirus, la Terra soffre da decenni e in parte muore- i ghiacciai dell’Artico, la foresta equatoriale- in conseguenza dei danni causati dall’umanità. Attività antropica, la definiscono gli scienziati, divisi sulle relazioni causa-effetto ma concordi nel constatare che i pur incompleti e non sottoscritti da tutti Accordi di Parigi del 2015 per molti governi sono rimasti lettera morta. E’ scritto nero su bianco nel report di United in Science“, redatto- dalle principali istituzioni che studiano il cambiamento del clima, scrive Riccardo Liguori dell’agenzia Agi un un articolo del settembre 2019.
Effetto serra, sempre più CO2 nell’atmosfera, riscaldamento globale- quello cioè dovuto ad un aumento della temperatura terrestre non conseguente a cause naturali- stanno determinando una serie di fenomeni che feriscono il pianeta.
Si sia d’accordo o no sul rapporto causa-effetto e sull’emergenza in atto (e su questo gli studiosi sono più che mai divisi), un fatto é indiscutibile: questo stop forzato alle attività produttive ‘climalteranti’ può giovare alla Terra. La speranza é legata al rinvio obbligato al 2021 della COP26 riprogrammata a Glasgow a novembre. Sono le stesse Nazioni Unite a sottolineare che quella che sarà una conferenza di vitale importanza . Il perchè lo spiega bene Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia: ” L’imminente ciclo di investimenti che vedrà i Governi approntare pacchetti di misure senza precedenti è forse l’ultima chance che abbiamo per mettere sul binario giusto l’economia e puntare sulle energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la riconversione industriale e dei servizi in senso green, insomma sui settori davvero destinati ad avere un futuro. È anche una formidabile occasione per una transizione giusta, che minimizzi l’impatto sociale e, anzi, crei nuove opportunità e milioni di posti di lavoro”.