La Valle dei Casali, bella e impossibile
Raffaella Leone
Valle dei casali, dal cuore di Monteverde Nuovo fino a Bravetta e più in là fino ai confini territoriali del nostro municipio. Una riserva naturale di oltre seicento ettari, tre volte più grande della non lontana e più titolata villa Pamphilj, milioni di volte meno frequentata. La si potrebbe attraversare, unendo non solo idealmente ma anche fisicamente, i due grandi quadranti di Monteverde. Si potrebbe, e invece non si può: Valle dei casali vive sospesa in un limbo tra terreno pubblico e zona privatissima, soprattutto quella intorno a Villa York, a quanto pare protetta anche da un allarme vocale che invita a non inoltrarsi oltre. Invito rispettato ovviamente dal gruppo- guidato da Patrizia e Andrea- che ha partecipato alla passeggiata organizzata da La Tela, la rete di associazioni monteverdine che ha messo in piedi ( non sempre saldi, i piedi, a tratti si pattinava sul terreno reso scivoloso dalle recenti piogge), una passeggiata mozzafiato attraverso quei bellissimi panorami che la Valle offre.
E’ una condizione particolare, ben illustrata dal cartello all’entrata del varco di via Silvestri, al Casaletto. Varco aperto al pubblico e nel suo piccolo esempio di ciò che avviene all’interno di questa riserva naturale: c’è subito una baracca, anni fa era di legno poi è cresciuta e ha messo sù cemento, ora è lì che aspetta una congrua destinazione. Però l’area verrà riqualificata, annuncia un apposito cartello all’ingresso del varco. Ed è probabile che qualcosa sia stato fatto, ma è difficile capire dove si è intervenuti.
Certo non sui casali, quelli che danno il nome alla valle e che anche da soli sarebbero una preziosità: alcuni risalgono al ‘600, ora sembrano in totale abbandono. Intorno c’è la natura, c’è la campagna come la vedevano ai tempi del Papa Re, dice argutamente Andrea, capo scout che qui viene con i ragazzi a spiegare il territorio, ci sono le colline pluviali modellate nei secoli dalla pioggia. E poi c’è villa York. Era un gioiello , nel secondo dopoguerra è stata depredata e svuotata di tutto, ora è chiusa e la proprietà taiwanese sembra voglia farne un agriturismo di lusso.
Il varco di via Bravetta è chiuso, non si entra, a meno di non avere un fisico da contorsionisti e infilarsi nel buco ritagliato nella rete lì accanto. Già il sentiero che porta al cancello chiuso dà l’idea di quello che potrebbe essere, di quello che in parte già è, la valle dei casali: una vera e propria oasi, uno dei pochi luoghi in cui Roma ha conservato la sua faccia di un tempo, quella che aveva prima dell’urbanizzazione sregolata e della nascita di quartieri a volte addirittura senza servizi.
Resta il rammarico per quello che è stato, per la colpevole noncuranza e/o trascuratezza dello Stato verso i beni ambientali e paesaggistici. Ma resta anche il fatto che ora è il privato a far vivere quei beni e a salvarli dal degrado definitivo. Non è l’ideale, è solo meglio di niente.
Grazie a Patrizia, Marina, Elisabetta, Andrea e Riccardo
Grazie per l’articolo Raffaella. Il cantiere La Tela ribadisce che la riserva naturale della Valle dei Casali dbba essere una area verde pubblica fruibile dai cittadini. È uno dei polmoni del nostro quartiere. I aspettiamo che siano le Istituzioni a restituire quella zona al territorio.
Sono una docente di scuola primaria e la scuola è a ridosso della valle dei casali. Mi piacerebbe fare qualcosa, sensibilizzare i bambini non basta. Mi piacerebbe partecipare a qualche passeggiata e a qualche iniziativa di tutela del territorio.
Grazie