Sabato 27 luglio si è svolta la manifestazione-assemblea dei cittadini della Valle Galeria nei pressi dell’impianto AMA di Ponte Malnome.
Il motivo che ha spinto circa un centinaio di cittadini a scendere in piazza, in un calda e assolata (fortunatamente non troppo) mattinata di fine luglio è stata la probabile, quasi certa, concessione dell’autorizzazione ad una nuova discarica all’interno della Valle Galeria. Un impianto che viene presentato come “non impattante”, ovviamente. Una discarica di inerti, anche contenenti amianto, ed una consistente serie di altre tipologie di rifiuti indicati da una lunga, lunghissima lista di codici CER (codice numerico che elenca tutte le categorie di rifiuti esistenti) dove c’è di tutto e di più. (elenco completo a richiesta)
Ovviamente, la definizione di impianto non impattante segue la stessa logica che ha guidato le altre decisioni sui vari impianti della zona; viene valutato il singolo impianto estraendolo dal contesto in cui viene collocato, come se fosse installato in un deserto quindi, e non in aggiunta a tutta una serie di fattori inquinanti già presenti sul territorio.
Oltre a questo nuovo impianto, l’assemblea ha rimarcato gli altri fattori di preoccupazione e di disagio che ancora assillano: dal gassificatore, di cui quasi a giorni alterni viene prospettata la riaccensione; al capping della discarica, cioè la copertura definitiva e impermeabilizzazione che andava fatta già dalla sua chiusura, nel settembre del 2013; alle permanenti puzze che ancora invadono le nostre case, particolarmente pesanti in queste calde e afose nottate estive.
Non poteva mancare negli interventi l’evidenziazione dell’inaffidabilità anche dell’attuale giunta capitolina, cui molti qui nella Valle Galeria avevano riposto speranze di soluzione dei problemi annosi di Malagrotta e dintorni; ma proprio il luogo dell’assemblea, l’ingresso dello stabilimento AMA di Ponte Malnome, è la dimostrazione pratica dell’incapacità di una giunta che — tutta intenta a riciclare e smaltire il CDA di AMA, con il pretesto di un disaccordo di 18 milioni su un bilancio dell’ordine di miliardi, e un altro Assessore — non riesce a tener fede all’impegno, preso solennemente dopo l’incendio del impianto di Via Salaria a dicembre; quello di usare proprio Ponte Malnome come sito di trasferenza “per il tempo massimo inderogabile di 180 giorni” dal 7 gennaio 2019. Termine scaduto da venti giorni, senza un’altra data indicata di fine trasferenza e camion che passavano con il loro carico durante la nostra assemblea.
Ma neanche dall’opposizione arrivano notizie incoraggianti e supporto alle istanze del territorio, tutt’altro.
In un incontro organizzato nei giorni scorsi dal maggior partito di opposizione dei Municipi XI e XII, con la presenza dell’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio Massimiliano Valeriani, si sono volute minimizzare le preoccupazioni sulla nuova discarica, facendo delle puntualizzazioni e vantando sostanzialmente migliorie che sarebbero state fatte al progetto originario:
— l’autorizzazione prevede solo una discarica di inerti e tutti i suoi codici previsti dalla normativa nazionale;
— lo smaltimento di amianto previsto nel progetto originario è stato eliminato;
— al progetto sono stati aggiunti un Polder e la raccolta canalizzata di eventuale percolato;
— nuove ed eventuali autorizzazioni di codici CER richiederanno una nuova VIA e CdS, non un semplice atto amministrativo;
Molto bene, con alcune osservazioni:
a) nei due anni circa nei quali sono avvenuti gli incontri della Conferenza dei Servizi su questa discarica, nessuno dei soggetti che hanno ora “ottenuto” queste migliorie è mai stato presente; un’assenza assenso? Forse, comunque, senza la costante presenza dei cittadini, dei Comitati e Associazioni, delle Amministrazioni territoriali e perfino di Ufficiali rappresentanti il Centro Interforze di Monti Carnevale, quel progetto sarebbe passato tranquillamente già dopo la prima riunione.
b) Un’opposizione che ancora si definisce di Sinistra si è mossa in ritardo e, sostanzialmente, in difesa dell’imprenditore garantendogli il suo diritto ineludibile a costruire la sua discarica; ma dimenticando,o comunque mettendo in subordine, il diritto dei cittadini di Massimina, Santa Cecilia, Ponte Galeria e Piana del Sole a veder risanati e riqualificati i loro territori; a vedere ricoperta la discarica di Malagrotta evitando quindi che continui ad inquinare; ad avere eliminata la puzza che li opprime ormai da una quarantina di anni; ad avere servizi amministrativi decentrati e un servizio di trasporto pubblico puntuale, che non risponda cioè a logiche di casualità. Una scelta di interessi da difendere alquanto bizzarra quindi.
Come dire, parafrasando una famosa frase: “la politica ha delle ragioni che la ragione non comprende”.
Il 5 agosto, come è stato ribadito nell’Assemblea, i cittadini ei Comitati della Valle Galeria saranno ancora presenti per ribadire quali debbano essere le priorità di intervento nel loro territorio.
Maurizio Melandri