L’orrore di Auschwitz spiegato agli studenti della terza media della scuola Fratelli Cervi
La Giornata della memoria all’ istituto pubblico Fratelli Cervi nella doppia sede di Via di Bravetta e Via Portuense. Il messaggio di Liliana Segre agli studenti: combattete l’odio e l’indifferenza
Non vi parlerò di quello che avveniva dentro il campo, é troppo orribile, dice Neda Pacetti, docente di lettere ora in pensione ma attiva come volontaria. E’ una lezione particolare, si ricorda il 27 gennaio di 75 anni fa, quando l’Armata Rossa – l’esercito dell’ex Unione Sovietica- scardinò i cancelli del lager simbolo dell’orrore nazista. Una data che é diventata simbolo essa stessa.
La prof legge il messaggio inviato e poi passi del libro di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau, oggi testimone diretta della Shoah , nominata da Mattarella senatrice a vita e dal Parlamento presidente della commissione contro il razzismo e l’antisemitismo.
I ragazzi sono inquieti, si agitano sulle sedie come se anche il racconto per quanto possibile pacato della prof li turbasse.Scende un sjlenzio carico di domande quando dal libro scritto dalla Segre con Enrico Mentana la prof legge uno dei passaggi chiave. Il capo del campo sta scappando verso Berlino, infiltrato tra i prigionieri costretti alla tragicamente famosa marcia della morte. Ha buttato la divisa- come fecero molti nazisti quando il tracollo diventò evidente- e la pistola é caduta ai piedi di Liliana, che se vuole ora può vendicarsi di quell’uomo crudele. Spara, bisbiglia qualcuno tra i ragazzi, la maggior parte però aspetta come in tribunale alla lettura del verdetto. “La vendetta mi sembrava a portata di mano. Ma di colpo capii che non avrei mai potuto farlo, che non avrei mai saputo ammazzare nessuno…….E da quel preciso istante fui libera. Veramente libera, perchè ebbi la certezza di non essere come lui, di essere un’altra cosa: era un’altra l’etica che avevo imparato dalla mia famiglia, l’etica del rispetto, una cultura di vita, non di morte”. Sul muro del binario 21 -quello da cui partivano da Milano i vagoni piombati diretti ai campi nazisti- Liliana Segre ha chiesto che fosse scritta la parola ‘indifferenza’, quando tutti voltano la testa dall’altra parte e invece “bisogna conoscere, denunciare, reagire” ricorda nel messaggio indirizzato agli studenti in occasione di questa iniziativa organizzata in collaborazione con l’ associazione Incontralaltro. E li invita a “rimanere sempre vigili nel respingere i pericoli del razzismo, dell’antisemitismo della xenofobia che purtoppo ancora oggi si nascondono fra noi e intorno a noi”. Lei stessa sui social é oggetto di insulti e minacce ed é costretta a girare con la scorta.
Perchè gli odiatori non hanno imparato niente dall’orrore di Auschwitz.