Monteverde, troppe macchine in circolazione :qualche proposta per una mobilità sostenibile

Domenica scorsa 16 marzo presso lo spazio dell’associazione la Tela di Monteverde si è svolto un incontro sul tema della qualità dell’aria e della mobilità sostenibile nella città di Roma con un focus particolare sul quartiere di Monteverde .Relatori Riccardo De Lauretis (ricercatore dell’Istituto superiore per la Ricerca ambientale ISPRA) e Chiara Ortolani (Mobility Manager e Esperta Promotrice Mobilità ciclistica EPMC)

di Luisa Stendardi

Verso le dieci e mezza di una Domenica mattina un po’ piovosa , la sala dell’associazione La Tela a Piazza della Trasfigurazione si è presto riempita di molte persone , interessate a conoscere o approfondire le principali nozioni sulla qualità dell’aria che respiriamo, e sugli interventi necessari e possibili per migliorarla insieme all’altro argomento cruciale per i cittadini romani : la disciplina della mobilità sostenibile in una città grande, bella, antica e piena di traffico.

Sullo schermo scorrono le slides che rendono visivamente l’impatto del traffico veicolare sulla qualità dell’aria. Spiega Riccardo De Lauretis “ Le percorrenze complessive dei veicoli per le strade sono aumentate del 20 per cento tra gli anni 90 e il 2023 .L’80 per cento sono autovetture , con prevalenza del gasolio sulla benzina. L’attuale regolamento che ha introdotto divieti di circolazione per le vetture alimentate a gasolio , ha comportato un sostanziale riequilibrio nelle nuove immatricolazioni a favore di quelle a benzina. Bisogna ricordare che entro la data del 2035 è prevista la graduale riduzione fino alla scomparsa dei veicoli alimentati da combustibili fossili. “ Così l’era del fossile dovrebbe estinguersi tra dieci anni, sostituita dall’uso di fonti alternative: elettrico, ibrido, gas , GPL, che attualmente costituiscono meno del 10 per cento del parco macchine. Ci sono più macchine, rispetto agli anni 90’, ad ogni famiglia sono attribuibili almeno 2 se non 3 macchine che ovviamente non circolano tutte insieme, ma occupano le strade della città. I veicoli chilometro, come unità di misura, sono aumentati del 20 per cento rispetto agli anni 90,si vede molto bene, nel grafico esposto nel 2020 la forte riduzione dovuta all’impatto del covid. Le emissioni sono calcolate per km, l’altra unità di misura sono i consumi energetici , nel tempo la tecnologia ha prodotto un qualche miglioramento, ma si è passati da un veicolo medio, macchine di mille di cilindrata a veicoli più grandi, di maggiore cilindrata, con maggiori consumi. Che utilità c’è ad utilizzare un suv per portare un bambino a scuola? Altro problema il riscaldamento delle case, maggiore confort, maggiore consumo. La CO2 , principale responsabile dell’effetto serra ,dipende direttamente da questi consumi: gasolio ,benzina, gas, Gpl, i veicoli elettrici non hanno consumi né emissioni alla sorgente, nel ciclo ideale l’energia dovrebbe provenire da fonti rinnovabili. Entro il 2050 si prevedono emissioni pari a zero, in quindici anni di tempo si dovrebbero esaurire i veicoli inquinanti il che comporta problemi non indifferenti alla programmazione della produzione che potrebbe non essere in linea con questi obiettivi che sono ufficialmente ripetuti da tutti i governi.

Altro aspetto molto interessante è che non esiste il libero mercato, oggi non si possono acquistare macchine elettriche cinesi che costerebbero molto meno rispetto alle macchine a motore termico nazionale o europea, quindi i dazi già esistono e servirebbero per favorire il settore produttivo europeo in crisi .
Il consumo prevalente oggi è dovuto ai motori a gasolio. Entro il 2050 lo scenario prevede ,oltre alla tecnologia ,una riduzione della mobilità ,soprattutto nelle grandi città, dovuta alla realizzazione della cosiddetta città dei quindici minuti che colloca i servizi principali per i cittadini, raggiungibili a piedi.

A proposito di città dei quindici minuti o più correttamente delle brevi distanze , Chiara Ortolani, inizia il suo intervento: “Farei una breve riflessione sullo spazio pubblico. La città si è evoluta, dalla città dove tutto è separato, qui le case ,qui i negozi ,alla città del mix funzionale. dove la scuola sta vicino alla casa, vicino al negozio ecc…Vediamo che la carreggiata non è spazio pubblico ma è privato e riservato alle macchine, lo spazio pubblico non si è solo ridotto, ma si è anche frastagliato e questa è stata l’evoluzione, oggi la bicicletta o il pedone fanno il salto ad ostacoli, mentre lo spazio della macchina deve essere continuo, secondo le idee dell’ architetto razionalista Le Corbusier, che hanno favorito l’aumento dello spazio veicolare con conseguenti ripercussioni sulle relazioni sociali che tendono all’isolamento delle persone.
Ad esempio sulla via Colombo, grande arteria di Roma, le relazioni sociali sono minime, mentre sulle strade a traffico leggero le relazioni aumentano”

A Roma la mobilità è gestita in questo modo: ci sono strutture di linea e strutture territoriali, le strutture di linea sono i Dipartimenti, il Dipartimento mobilità si occupa della programmazione del trasporto pubblico, del trasporto scolastico che a Roma praticamente non esiste, della progettazione di nuove strade, i municipi si occupano della manutenzione delle strade di competenza, in parte del trasporto scolastico di prossimità , dell’analisi delle esigenze del territorio. Quali sono le strade di competenza del Municipio ? Sono tantissime, tutte quelle non di scorrimento come per esempio a Monteverde Circonvallazione Gianicolense, viale Quattro Venti, viale Colli Portuensi e viale Trastevere . Quali sono le nostre modalità di spostamento ? Noi diamo per scontato che c’è la macchina, perché ci sono degli elementi mancanti nella città : il mobility manager scolastico , solo 12 scuole a Roma hanno il mobility manager scolastico, il trasporto scolastico, avete mai visto un pulmino scolastico che non sia riservato al trasporto dei disabili? Il mobility manager aziendale è diffuso ma spesso le aziende non pubblicizzano i loro piani che possono entrare in conflitto con quelli della mobilità generale, le isole ambientali e le strade scolastiche. Se noi avessimo questi elementi in piena efficienza potremmo ridurre il trasporto privato delle macchine :il bambino prende il trasporto scolastico, l’adulto che può prende la bicicletta, per l’ufficio il car pooling . Altro elemento mancante il trasporto a chiamata che ora esiste a Massimina, mentre nelle altre zone della città è stato praticamente eliminato perché entrava in conflitto con l’uso dei taxi . L’isola ambientale è detta isola perché è chiusa all’interno di una maglia di viabilità principale, ambientale perchè all’interno l’obiettivo è recuperare la vivibilità urbana a livello del verde, della mobilità e dei servizi, in altre parole la città dei 15 minuti. La normativa risale al 1995,isole ambientali esistono in tutta Europa. gli elementi sono: le porte, per ridurre la velocità, le variazioni planimetriche ,la riduzione all’interno della velocità a 30 km orari, la pedonalità. Le isole ambientali non si fanno più, i cittadini le hanno largamente osteggiate e gli uffici del Comune non le propongono più. A Monteverde questi elementi ci sono, ma disorganizzati , a macchia di leopardo. senza una visione d’insieme, come previsto dalla filosofia dell’isola ambientale. Il trasporto pubblico passa sul bordo e all’interno passano solo i residenti e i mezzi di soccorso.


L’automobile produce dipendenza, a Roma ci sono più di due milioni di veicoli, un numero impressionante. I cittadini possono mobilitarsi e proporre all’amministrazione comunale e municipale delle idee progettuali, dei piani di quartiere, che potranno essere sviluppati in successivi incontri fino alla realizzazione di progetti partecipati. Per le scuole i genitori possono chiedere l’istituzione del mobility manager scolastico.

Alla fine dell’incontro si passa alle domande dal pubblico. Come si fa a far rispettare i divieti di sosta , le doppie file di macchine che affliggono il traffico di Roma? Non basta la repressione, le multe che pure servono, qualcuno propone la collaborazione, se un automobilista selvaggio parcheggia sugli scivoli dei disabili, non resta che chiamare i vigili per la rimozione del veicolo, se parcheggia in doppia fila , gli si può lasciare un biglietto invitandolo a considerare che la strada non è di sua proprietà ma di tutti e per tutti.

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