?Morire di puzze e discariche? No, grazie, meglio vivere?
“Inceneriamo troppi rifiuti e ricicliamo troppo poco” ha dichiaratoil 18 maggio 2020, il ministro dell’Ambiente danese Lea Wermelin. Nella stessa presentazione il Ministro del clima, dell’energia e delle forniture, Dan Jørgensenha ribadito“I rifiuti non dovrebbero essere qualcosa che bruciamo. Devono essere una risorsa ”. “Più riciclaggio, un’economia circolare rafforzata e meno combustione”. https://www.perunaltracitta.org/2020/05/25/clamoroso-dietrofront-la-danimarca-dice-no-agli-inceneritori/
Ho preso ad esempio Copenhill, l’inceneritore di Copenaghen, quello magnicato più per la pista di sci che vi hanno costruito sopra che per effettivi meriti, risultati, utilità e convenienza, come si può evincere da questo articolo: https://zerowasteeurope.eu.201911/copenaghen:incineration-plan?fbclid=lwAR0ktlupMiu_8_LD1mvCHHinvMNaKdqF2COF3xt3H0yD8ro960nFy5too (Ovviamente, sia questo articolo che quello precedente non hanno ricevuto nessun riscontro dalla nostra “grande stampa”).Voglio con questo rispondere all’articolo pubblicato il 27 luglio su questo giornale da Gianni Rossi, con il titolo: «Moriremo di puzze e discariche?».Cercando di non scendere troppo in polemica, mi piacerebbe sapere dal Sig Rossi, chi sarebbero questi ” verdi ecologisti nostrani” che bloccherebbero ” di fatto qualsiasi soluzione”?La frase sembra ricalcare una schema in auge da qualche tempo, in ambito politico e, ahimè, spesso anche giornalistico, di indicare al “popolo” un nemico; conta poco, anzi nulla che questo nemico sia irreale o inconsistente (e che i “verdi ecologisti nostrani” siano, purtroppo, irreali o inconsistente credo sia incontestabile)
Ma quello che lascia interdetti nell’articolo in questione è sia la banalizzazione della soluzione al problema dei riuti con l’incenerimento; in alternativa solo ” discariche, filibustieri e inquinamento”, sia la misticazione sulle scelte inceneritoriste dei Verdi europei. Non parliamo poi degli “inceneritori di nuova generazione, che non emettono fumi, ma vapore acqueo”. La stessa Babcock & Wilcox Vølund,!azienda danese che ha fornito il sistema di alimentazione del forno e le tecnologie di depurazione dei fumi, assicura che l’impianto manterrà le emissioni degli ossidi di azoto entro i 15 mg/Nm3, il monossido di carbonio sotto i 50, ammoniaca non oltre i 3, così come il carbonio organico totale. Prestazioni, autocerticate, di tutto rispetto ma che classicano come una ridicola balla quella dell’emissione dei soli vapori acquei. Ma ormai è evidente, il furore ideologico a favore degli inceneritori porta fatalmente ad incorrere in grottesche baggianate di questo genere.
E pensare che basterebbe informarsi un po’ per scoprire che per l’Europa gli inceneritori non hanno un futuro. Nel modello di sviluppo, Agenda Economia Circolare, tutti i Paesi dell’Europa Occidentale e Settentrionale stanno parlandodi spegnere gli inceneritori, non di costruirne nuovi. In una Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo del 26 gennaio 2017 in cui si tratta “Il ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare”, una comunicazione peraltro molto criticata dagli ecologisti, nostrani e non, la sintesi *nale è: “…La Commissione ribadisce il proprio impegno per garantire che i nanziamenti dell’UE e altri aiuti nanziari pubblici siano destinati alle opzioni per il trattamento dei riuti che sono conformi alla gerarchia dei rifiuti, e che sia data la priorità alla prevenzione, al riutilizzo, alla raccolta differenziata e al riciclaggio dei rifiuti.”
C’è dell’altro quindi, prima e con migliori risultati dell’incenerimento dei riuti. Ma no, non si prendono mai in considerazione le vere alternative alle discariche, si da solo e subito la soluzione: l’INCENERITORE!Ci si domanda mai se sia già stato fatto tutto per gestire al meglio i riuti? Sono state attuate tutte le iniziative di riduzione della produzione dei ri*uti? È stato eliminato tutto l’usa e getta inutile e dannoso? Sono stati attuati sistemi diraccolta di-erenziata spinta, recupero del materiale post consumo da riavviare all’industria? È stato incentivato il riciclo e il riuso? È stata contrastata “l’obsolescenza programmata” che l’industria adotta per limitare nel tempo l’uso di un’apparecchiatura, di un prodotto, in modo da costringere il consumatore a comprarne uno nuovo? E via dicendo…
No, la scelta facile, e deleteria, dell’incenerimento deve essere l’unica soluzione; per mantenere lo “status quo” di questo modello di sviluppo consumistico che sta distruggendo il pianeta.Come diceva Totò : “Ma mi faccia il piacere….”Maurizio Melandri