Era chiamato il brutto male, e chi ne ha vissuto l’esperienza sa quanto sia davvero brutto. Ma si può parlarne con serenità, come già si avverte dal titolo -Profumo di fiori di bosco- dell’ incontro promosso dall’associazione Il cuore delle donne contro il tumore al seno. Nella piccola sala di via Falconieri ad ascoltare ci sono donne (pazienti ed ex pazienti) e uomini (perchè il tumore al seno colpisce anche gli uomini, 500 nel 2018 rispetto ai 300 del 2017) e ci sono quelli che sono qui semplicemente per ascoltare e informarsi.
Ascoltare il team della Breast Unit del San Camillo Forlanini, dal direttore dell’unità e direttore della diagnostica per immagini, Francesca Svegliati al chirurgo plastico Guido Caravelli, responsabile dell’unità operativa complessa di chirurgia plastica ricostruttiva, a Fabio di Cesare, direttore del centro di chirurgia della mammella.
Gli ‘esterni ‘sono psicoterapeuti. Maria Bonadies spiega come affrontare una diagnosi che scuote nel profondo, suscita emozioni ben rappresentate dal disegno che lei stessa illustra. Al sessuologo Cristiano Zamprioli il compito di parlare della sessualità dopo la chemioterapia e gli interventi, mentre Lionello Petruccioli propone di ripetere a Roma un esperimento di successo dell’associazione Allievi di Caprera a Livorno:A gonfie vele, combattere il cancro in barca a vela.
Prevenzione, prevenzione prevenzione é la prima terapia. E si fa anche a tavola, come spiegano la naturopata Patrizia Pellegrini e Sabrina Lembo, titolare dell’oleificio che figura tra gli sponsor.
Chi opera sul campo chiede più risorse per la ricerca: si stanno studiando terapie nuove, si punta alla cura personalizzata. messa a punto per ogni singolo paziente. Perchè nello tsunami scatenato dal cancro “sono io la mia zattera” , riassume bene una paziente.