Raffaella Leone
Elio Tomassetti, presidente della giunta municipale, ha incontrato una delegazione del Coordinamento dei comitati e delle associazioni per il Forlanini, e la notizia è degna di nota per diversi motivi. Per la prima volta si parla del futuro dell’ex ospedale nell’ente di prossimità più adeguato, visto che il Forlanini non solo insiste, ma è parte integrante – tuttora e pur in stato di abbandono- del nostro territorio. Ed è degno di nota, si potrebbe dire simbolico, che il Coordinamento per il Forlanini sia stato il primo- tra le associazioni che Tomassetti ha promesso di incontrare- ad essere contattato. Vero è che il Coordimento aveva chiesto da tempo l’incontro: nella sua ormai decennale battaglia per ridar vita all’ex ospedale il coordinamento non poteva -e non lo ha mai fatto- lasciare la discussione di questo dossier solo ai piani alti della politica, dove anzi ha portato la voce delle migliaia di monteverdini che ostinatamente si oppongono all’abbandono. Ed è degno di nota soprattutto quello che Tomassetti ha detto durante l’incontro:si impegnegnerà affinchè l’ex ospedale venga destinato prima di tutto a scopi socio-sanitari. Impegno apprezzato dal Coordinamento che commenta: questo impegno è ancor più necessario di fronte sia ad un alternarsi negli anni di proposte varie da parte della Regione che non fanno emergere un chiaro progetto, sia per la mancata condivisione delle proposte con il territorio.
Che poi l’impresa riesca è tutt’altro discorso. Troppi gli attori coinvolti e interessati, troppe le ipotesi accavallatesi negli anni, solo la più recente, l’agenzia europea biomedica, sembra passata in cavalleria, anche perchè l’Europa adesso ha problemi più stringenti. Il presidente della Regione Zingaretti ci teneva molto, la candidatura l’ha avanzata con grandi squilli di tromba, e se il fascicolo è mai davvero partito , probabilmente ora giace in qualche remoto ufficio di Bruxelles o di Strasburgo.
Non chissà dove, ma negli uffici della Regione – proprietaria del complesso- giacciono anche le proposte ( non vaghe ipotesi) che lo stesso Coordinamento dei comitati e anche la Cgil hanno man mano inviato in Regione, ottenendo in risposta una girandola di ipotesi di riuso una più stupefacente dell’altra. Con l’ultima poi siamo al paradosso o alla beffa: su iniziativa del ‘competente’ ministro Franceschini è stato firmato un accordo tra Ministero della cultura e Regione per la ‘valorizzazione e fruizione dei beni culturali degli ospedali di rilevante interesse storico, artistico e monumentale presenti in Roma’. Meraviglioso, solo che tra gli ospedali menzionati non ci sono nè il San Giacomo nè il Forlanini, con il suo teatro, con il museo anatomico, con il giardino con piante rare. Si capisce a questo punto perchè la Cgil Roma centro ovest litoranea abbia scritto una lettera infuocata alla Regione facendo presente a chi non sa o finge di non sapere che ‘Sul Forlanini la Regione Lazio ha già da tempo avviato un progetto di recupero, individuando risorse di bilancio e scegliendo di insediare in quello spazio una nuova Casa della Salute e una nuova Rsa. Il tutto accompagnato con la definizione del recupero architettonico e storico del sito senza alterarne la destinazione d’uso. Rispetto a questo indirizzo, da noi fortemente sostenuto, vi sono stati diversi incontri con la Regione, che ha sempre confermato il percorso presentando, peraltro, uno studio commissionato che ne specificava spazi, modalità e tempi. Non si capisce quindi come e perché il Forlanini non possa rientrare nell’accordo sottoscritto con il Ministero dei Beni Culturali avendo tutti i prerequisiti necessari compatibili con i criteri individuati ‘, richiamando la Regione alla coerenza con gli impegni presi e chiedendo un immediato incontro.
In verità la lettera della Cgil adombra anche un’ipotesi decisamente pessimista: Non vorremmo che sul Forlanini si giocasse una partita diversa, escludendo dalle scelte le rappresentanze sociali e sindacali del territorio che, da sempre, animano la discussione e si adoperano per un’azione di recupero ‘pubblico’ e sanitario del bene.’ Come dire: sarebbe strano che proprio una Giunta di sinistra escludesse i suoi abituali interlocutori.
Due fatti sono certi, anzi, due fatti rappresentano ciascuno una grande incognita: il Municipio ha la forza sufficiente per farsi ascoltare ? E poi: tra un anno si vota per le elezioni regionali: ammesso che gli equilibri politici restino gli stessi, chi porterà avanti il dossier Forlanini visto che quelli che finora lo avevano seguito sono passati ad altri incarichi? E’ vero che la vicenda del Forlanini ci ha abituato anche ai dietrofront più imprevedibili, ma ora c’è il rischio- e sarebbe il colmo- di ricominciare tutto da capo.