di Raffaella Leone
Non saranno i centomila di Marino sindaco, e- scaramanticamente- è meglio così, vista la sorte amara che un Pd votato all’autolesionismo ha riservato all’ex sindaco di Roma. Ma potrebbero arrivare a cinquantamila, i votanti alle primarie del centrosinistra e sarebbe comunque un buon risultato, tutto considerato. Sette candidati, tutti, o quasi , nomi di richiamo, tutti, o quasi, figli dell’abitudine genetica della sinistra a dividersi e differenziarsi anche sulle virgole, ciascuno pronto ad assicurare che se sarà il prescelto lavorerà per unire la compagine (quando l’impresa sarà semmai quella di mantenerla unita, la compagine). Entro domani il risultato.
In ogni caso l’affluenza è buona, alle varie postazioni dove si vota anche per il candidato presidente del Municipio 12. Dai Colli Portuensi a piazza Donna Olimpia a Largo Quaroni a San Giovanni di Dio i presidenti dei seggi confermano: affluenza media o medio-alta. Si vota fino alle 21, anche telematicamente, avendo contro il più temibile degli avversari: gli azzurri della Nazionale in campo per la qualificazione agli europei.
In campo fin dal primo mattino c’è la macchina organizzativa dei volontari diessini (la maggioranza delle postazioni) e qualcuno delle altre liste, essendo appunto le primarie di tutto il centrosinistra( sì, volutamente senza trattino).
Scheda colorata per il municipio, con i nomi dei tre candidati a presidente, scheda con l’elenco dei 7 nomi a candidato sindaco per il Campidoglio. L’ora di pranzo concede una tregua, ma ‘arriveremo stremati, questa sera’ è la facile previsione dei volontari- tra loro anche qualche attuale consigliere municipale piddino- impegnati a trascrivere nomi e numeri e a far firmare l’attestato di partecipazione.
Una partecipazione che rispecchia la composizione del quartiere: più anziani che giovani, praticamente in tutti i gazebo. Voto di opinione o voto ‘di partito’ (le truppe cammellate, per intenderci)? Si saprà quando saranno analizzate le preferenze nei vari seggi. Colpisce però non solo la convinzione ma anche le motivazioni di chi aspetta disciplinatamente il proprio turno. Verrebbe da dire che la sindaca se la sia cercata, questa gente in coda.
‘Raggi al ballottaggio? Non riesco neanche a immaginarla, solo se a votare ci vanno quelli che non vogliono bene a questa città’, risponde una signora in fila nell’affollato gazebo di piazza Donna Olimpia, al confine tra Monteverde Vecchio e Nuovo.
A Largo Quaroni, Pisana, Laura vota per richiamare l’attenzione su questo composito quadrante. Lei ha messo in piedi il sito www.incispisanaroma.it e si accalora: ‘questa è periferia, una periferia potremmo dire anche bella, con palazzi nuovi , ma non c’è un centro di aggregazione. Basti pensare alla Biblioteca Longhena, che resta chiusa mentre il Municipio continua a parlare di chiusura temporanea’.
A presiedere la postazione dei Colli Portuensi c’è Sandro De Toni. Lui non è diessino, sostiene la candidatura di Fassina e mi anticipa che alle elezioni d’autunno il suo gruppo presenterà anche per il Municipio una lista autonoma, ovviamente pronta a collaborare in caso di vittoria del centro sinistra.
E’ Leonardo, universitario al DAMS di Roma tre, a mettere il dito sulla piaga: c’è una diffusa disaffezione alla politica in generale- riflette- e rispetto a partiti che hanno perso il legame con il territorio, e questo ha pesanti conseguenze, soprattutto a sinistra.
Lui, giovane volontario al gazebo di piazza San Giovanni di Dio, è qui a testimoniare che forse si può recuperare. Intanto, facendo argine alla Destra che già si immagina vincitrice. Poi, innestando nell’azione amministrativa il cambio di passo tanto evocato e invocato in periodo preelettorale.