Raffaella Leone
Alle 13 di una domenica tra sole e diluvio, quando gli operatori chiudono i portelloni, il cassone dei rifiuti Raee (elettrici ed elettronici) è talmente pieno che il piccolo schermo di un computer ‘si accomoda’ sul sedile del passeggero, peraltro senza nessun pericolo per il guidatore. Non c’è dubbio, è stata un gran successo la raccolta gratuita promossa da Ama di ingombranti, legno, rifiuti particolari e appunto raee a Piazza San Giovanni di Dio nello spiazzo accanto al mercato. Il via vai è praticamente continuo, quasi tutti abitano a Monteverde vecchio, quasi tutti si sono informati su internet, Serena è arrivata qui sotto la pioggia dai Colli Portuensi . Si replicherà il prossimo 3 dicembre.
Telefonini, forni a microonde, una lavastoviglie, un televisore, ventilatori di varie forme e dimensioni, (ora che il grande caldo è finito) ,computer di prima generazione ma anche qualche modello più recente, i pericolosissimi toner, lampade da terra (quelle da tavolino, comprese quelle artistiche, vanno nel cassone dell’indifferenziata), escono a getto continuo, si direbbe, dai bagagliai delle macchine pazientemente in fila. Qualche volenteroso li trascina a mano in grandi buste, qualcuno fa da sé, la maggior parte dei monteverdini rispettosi dell’ambiente affida gli ingombranti agli operatori, tutti sempre molto indaffarati tranne la pausa obbligata visto che a metà mattina si scatena il diluvio e l’unico riparo sono le piccole tettoie dei banchi del mercato. Fili, prese, chilometri di cavi elettrici finiscono nel cassone dedicato, sotto gli occhi attenti e interessati di due rom che notoriamente da quei fili e cavi sono capaci di ricavare rame che sul mercato nero vale oro. Provano a chiedere anche con qualche insistenza, ma gli operatori di Ama sono gentili ma inflessibili, neanche un centimetro di cavo passa in mani inappropriate, anche se abili. Lampadine e tubi al neon finiscono in uno scatolone poggiato accanto al cassone.
Al posto d’onore degli ingombranti ci sono due grandi classici: i materassi e gli stendini, quelli che nelle giornate no di Ama- azienda ancora inguaiatissima, ci vorrà tempo per vedere i risultati della cura dell’assessora Alfonsi- gli operatori lasciano sui marciapiedi, complice di fatto la mancanza di camion compattatori, bloccati per mesi nelle officine di riparazione. Nel cassone anche questo stracolmo dell’indifferenziata, non mancano mobiletti da cucina e da salotto, le sedie da ufficio, le sedie da balcone: non è più tempo di tavolate all’aperto. Non tutto però viene accettato: per gli oli esausti i vetri e le vernici bisogna andare all’isola ecologica di Corviale, peraltro aperta tutti i giorni. E c’è un motivo, spiegano gli operatori Ama: lo smaltimento degli oli esausti e delle vernici è affidato a ditte specializzate, quanto ai vetri sono un pericolo per chi deve vuotare il cassone, che una volta arrivato in discarica viene ulteriormente diviso in base ai materiali raccolti.
A piazza San Giovanni di Dio c’è anche Alessia Salmoni, vicepresidente della giunta municipale con delega alla gestione rifiuti e tra un pò, quando le competenze passeranno ai municipi, anche con delega al diserbo. Deve andare ad un evento al Teatro di Villa Pamphilj ma si ferma a commentare brevemente. ‘Erano anni che non c’era questo tipo di servizio a Monteverde vecchio, quello di oggi è un importante successo che ci consente anche liberare le nostre strade da quei rifiuti ingombranti che qualche cittadino- non tutti- continua a lasciare sulla strada. Per quanto riguarda il diserbo, da un mese a questa parte sta procedendo velocemente, c’è stato un impegno importante anche degli uffici del municipio, stiamo monitorando piazze, strade, vie, grazie anche al Tavolo del decoro, dove arrivano le segnalazioni dei cittadini. Almeno per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, io sono soddisfatta del lavoro del Tavolo: non sempre riusciamo ad ottenere interventi tempestivi, ma sempre rispondiamo e informiamo i cittadini’.
Poco pubblicizzato è un aspetto invece importante della raccolta gratuita, il cui fine ultimo è il riciclo: le associazioni di volontariato che operano nel sociale possono prelevare quello che è ancora utilizzabile per il riuso. A San Giovanni di Dio c’erano solo Laura e Riccardo: la loro associazione, Bike4city-Roma cura un’officina in cui si rimettono in sesto biciclette disastrate. Ci lavora un volontario, ma i più bravi possono scegliersi e ripararsi da soli la bicicletta, lasciando una somma- più o meno grande a seconda del lavoro- in cambio della bici. Una volta l’anno le bici riparate vengono messe all’asta, e così l’associazione si sostiene. ‘Io non capisco- riflette Laura- si parla tanto di riuso ma io vedo tante cose- passeggini, sedie, mobiletti, che si potrebbero riutilizzare e invece finiscono in discarica’. Passiamo parola.