Quel tram é una benedizione. Lo pensavano molti abitanti di Monteverde vecchio, me compresa. Non sembrava vero poter arrivare in centro evitando la dannazione del 44, autobus-fantasma se mai ne é esistito uno. Lo si aspettava per interminabili minuti , il 44, per poi qualche volta vederne arrivare due o tre consecutivi. Il tram no, quello passava frequentemente. L’esordio non era stato felicissimo, tanto che lo avevano soprannominato tram-botto per una certa difficoltà ad affrontare svicoli stretti (la curva davanti alla stazione di Trastevere, per esempio) e anche ora spesso é in manutenzione e ha rallentato la frequenza (orario estivo e ferie?). Per veloce che sia, anche il tram deve rispettare i semafori. Che fine ha fatto l’onda verde, si chiede esasperato Lorenzo C, lettore del Corsera che ha impiegato un’ora per arrivare a Piazza Venezia, e manda alla pagina delle lettere di Paolo Conti la nota con cui l’assessora alla mobilità Linda Meleo annunciava l’avvio della “sperimentazione della priorità semaforica sulle linee tram che percorrono Viale Trastevere ” da piazzale Biondo a piazza Belli. “Così il tram trova il verde, riducendo sensibilmente i tempi di percorrenza a beneficio degli utenti”, scriveva Meleo. Pura comicità, commenta Lorenzo C.
Atac non la prende bene, l’ufficio stampa risponde a stretto giro che la sperimentazione della priorità semaforica é attiva già da circa un anno sulla linea 8 da Casaletto a piazza Venezia e che i tempi di percorrenza attuali sono dovuti ad altre cause, per esempio agli interventi sulla linea che non hanno nulla a che fare con la priorità semaforica. Magra consolazione, soprattutto per i molti sfortunati che non hanno mai visto la tanto vantata “priorità semaforica” in funzione. E dimenticano che Atac é Atac, é Atac, é Atac…