Raffaella Leone
Ha funzionato la convocazione dell’assemblea pubblica sullo stato della raccolta e smaltimento dei rifiuti nel quartiere, a via Fabiola lunedì 10 luglio, ore 15, temperatura esterna 38 gradi Celsius? Sì e no. Sì perché è stata un’occasione di trasparenza e di confronto vero con i monteverdini: se ne sono sentite di tutti i colori, alcune francamente difficili anche solo da ascoltare ( ‘facciamo intervenire l’esercito !!!! ‘). No perché Ama, la municipalizzata del Comune per l’ambiente, non è attualmente in condizione di dare quelle risposte immediate che i romani si aspettano.
‘Non ho mai detto e non dirò mai che è colpa della Raggi’. Sabrina Alfonsi, l’assessora capitolina all’ambiente fa qualcosa di più che metterci la faccia (cosa nei capannelli del dopo assemblea riconosceranno più o meno tutti). Inquadra una situazione oggettivamente complessa e critica che non è addebitabile a questo o quel partito bensì a decenni di trascuratezza e mala gestione. Ama è un’azienda da ristrutturare radicalmente, il Campidoglio ne è consapevole e sta lavorando per questo e ai romani chiede a sua volta di essere consapevoli che sarà un lavoro di lunga lena. Un lavoro che non paga- molti amministratori lo sanno bene- in termini di visibilità e consenso elettorale immediato, e tuttavia è il lavoro che serve alla cittadinanza. Intanto qualche punto di forza c’è, sarebbe scorretto non tenerne conto: si son fatte nuove assunzioni ( un migliaio, per lo più giovani), c’è finalmente un piano industriale, ci sono impianti sufficienti, la spazzatura lasciata sulle strade è diminuita, persino l’ Acos, autorità indipendente, ha certificato un miglioramento.
Ma sarebbe altrettanto scorretto negare le criticità che sono sotto gli occhi di tutti: il sistema di raccolta dei rifiuti e pulizia delle strade fa acqua da tutte le parti. E’ finita quella che Giorgio Russomanno, presidente di Monteverde attiva, chiama la fase del negazionismo, ma non si è fatto alcun passo avanti: proprio Monteverde attiva ha presentato e inviato a via Fabiola un rapporto sullo stato delle cose e delle proposte di intervento, ma non ha avuto riscontri, nemmeno un ‘grazie, lo leggeremo’. Stesso rimprovero da Maurizio Marrale, di MoVi Lazio e del comitato di quartiere 4 Venti: le segnalazioni quasi mai ottengono un rapido intervento, per non dire poi dello sfalcio, inesistente in molte strade invase da cespugli.
I toni dei monteverdini, per l’occasione seduti sui banchi dei consiglieri, restano civili anche quando si accalorano nel descrivere situazioni che sono al limite e in qualche caso oltre il tollerabile. L’atmosfera è comunque di malcontento, al punto che strappa un breve applauso la dottoressa internista che annuncia una class action contro il Comune per procurato rischio di epidemia ( ammesso che sia possibile, le norme sulle partecipate comunali non lo prevedono) . A Pisana, Bravetta, Fontanile Arenato Ama non passa per giorni e giorni, a Casal Lumbroso- unica zona del porta a porta in questo municipio- i condomini si tengono l’umido in casa, il che con il caldo non è proprio salutare, a via Vidaschi un’inquilina che sta a piano terra chiede da anni di spostare il cassonetto da sotto le sue finestre, a via Palasciano stazionano ben 10 cassonetti, in pratica una mini-discarica.
Problemi individuali? Tutt’altro, sono il segno della lontananza e del non ascolto dell’amministrazione, anche e prima di tutto dell’amministrazione di prossimità. Non si sente sotto accusa Alessia Salmoni, vice presidente di Giunta e delegata all’ambiente: stiamo lavorando, dice, quello di oggi è stato un utile momento di confronto. Leslie Capone, responsabile Ama di municipio, si dilunga sugli aspetti tecnici e annuncia che presto entreranno in funzione 22 nuovi mezzi.
Presto, cioè quando? Qui è il punto dolente: nessuno sa rispondere a questa domanda. ‘Abbiamo sentito molte promesse, ma nessuno ha parlato dei tempi: dovremo aspettare settimane, mesi o quanto? commenta Francesca Severi, consigliera di opposizione della lista Calenda. E aggiunge:’ Ama deve essere ristrutturata, non c’è che da sperare che riescano a farlo’. Una speranza più che condivisa