Raffaella Leone
Caro sindaco Monteverdino, la condizione della raccolta rifiuti e pulizia strade a Monteverde vecchio e nuovo grida vendetta. O, per dirla con le parole più ponderate di Giorgio Russomanno, presidente di Monteverde attiva, ‘c’è ancora molto da lavorare, per giungere alla… “normalità” (ottenere semplicemente i cassonetti vuoti e le pertinenze decorose)’. L’associazione che Russomanno presiede ha curato e presentato il quarto rapporto sulla raccolta dei rifiuti nel quartiere: una verifica sul campo ,condotta con parametri rigorosi e tecnologicamente innovativi (i 40 volontari che hanno effettuato le rilevazioni sono stati appositamente formati ) e intitolata Un faro nel buio. Faro con una doppia valenza: faro che fa luce sull’esistente e faro che diventa punto di riferimento per il futuro, per l’approdo. Questo quarto rapporto è stato redatto dallo stesso Russomanno, da Claudio Massetti e da quella Chiara Montaldo che ha curato il poderoso studio sulla percorribilità pedonale delle strade del quartiere che adesso è un tema all’attenzione del Municipio (si attendono novità in proposito).
Per combinazione, la presentazione del rapporto è caduta ad un anno di distanza dall’insediamento della Giunta Gualtieri. Non si sfugge alla delusione/indignazione/rabbia provocata dalle tante promesse non mantenute. Dati alla mano, lo stesso Russomanno conclude: noi non possiamo certificare un miglioramento nella raccolta dei rifiuti. Soprattutto se si tengono d’occhio i due principali parametri: l’efficienza del servizio– con ciò intendendo raccolta e svuotamento dei cassonetti su strada (cioè tutti, perchè a Monteverde non c’è la raccolta porta-a-porta-) e la Decenza, vale a dire la raccolta dei rifiuti intorno e spesso sopra ai cassonetti.
Si potrebbe dire che la situazione è a macchia di leopardo, diversa tra strada e strada e a seconda del materiale, per esempio mediamente male indifferenziato e plastica, mentre la raccolta dell’organico galleggia in zona gialla e sfiora la normalità , tranne i temporanei crolli ormai entrati nella memoria collettiva. Dà da pensare constatare che il servizio di raccolta funziona mediamente bene proprio nei due settori che Ama ha appaltato a ditte esterne e quindi non gestisce in proprio: il vetro e gli abiti usati.
Manchevolezze di Ama a parte, è evidente, e il rapporto non lo nasconde, che c’è anche una corresponsabilità degli abitanti del quartiere, per l’esattezza di quegli incivili che non si curano di cercare il cassonetto vuoto ma ‘scomodo’ perché più lontano e ‘decorano’ la strada sotto casa con la propria spazzatura. Ce n’è per tutti i gusti: dalle scatole che intasano i cassonetti della raccolta carta a sedie, poltrone, divani , al classico materasso.
Ad ascoltare, in rappresentanza di Tomassetti, c’è la vice presidente della Giunta Alessia Salmoni, la più competente perché delegata tra l’altro proprio alla gestione rifiuti, ai rapporti con l’Ama e al risanamento ambientale. Rivendica la decisione della Giunta di istituire un tavolo del decoro, e la richiesta inviata all’amministrazione capitolina di sostituire i cassonetti ammalorati ( senza corsie preferenziali, aggiunge), prova a far notare che qualche miglioramento c’è stato, ma riconosce che non tutto funziona nei rapporti con Ama, soprattutto in termini di comunicazione e trasparenza.
Tra il pubblico c’è anche qualche volontario che ha partecipato al monitoraggio e soprattutto ci sono molti monteverdini, quasi tutti con un’esperienza singolare da raccontare: dai cassonetti dell’umido misteriosamente scomparsi da Via Valla al solitario cassonetto della carta di via Cerquetti che dovrebbe bastare per 8 condominii e 300 famiglie ai miseri cassonetti di Viale di Villa Pamphilj che da soli dovrebbero raccogliere la spazzatura di tutte le traverse fino a Quattro Venti, per finire con le segnalazioni che il più delle volte si perdono nel vuoto, e con gli orari dei ritiri raramente rispettati.
Ad ascoltare c’è anche Marco Casonato, direttore dei servizi operativi della municipalizzata. Lui parla al futuro più che del futuro ,ancora avvolto nella nebbia: stiamo aspettando il nuovo contratto di servizio- (entro maggio, si spera, così la situazione potrà normalizzarsi entro settembre (!); faremo una nuova convenzione per la manutenzione dei cassonetti; procederemo a una riorganizzazione del servizio di raccolta con orari calibrati sulle esigenze dei quartieri e via così sulle magnifiche sorti e progressive dell’azienda comunale scampata- vogliamo dire per miracolo?- al fallimento.
Un faro nel buio illumina ma indica anche la via da seguire. Diverse le proposte dell’Associazione: ripensare la frequenza dei ritiri, istituire aree per il porta a porta e servizi dedicati agli esercizi commerciali, aprire un centro di raccolta nel Municipio, decentrare le competenze di AMA, rafforzare la gestione delle segnalazioni. Arriveranno queste proposte ai vertici dell’azienda di via Capo d’Africa? Al momento, lo si può solo sperare, forse a maggio se ne capirà di più.