Recovery, un’altra cura é possibile
Ieri 26 Aprile il Presidente del Consiglio Draghi presentava alla Camera il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) : il Recovey plan che entro il 30 Aprile sarà inviato a Bruxelles . I parlamentari avranno poco tempo per esaminare il dossier che investe una pioggia di miliardi e che il 27 sarà votato dall’assemblea parlamentare. Gli attivisti della Società della cura si sono riuniti in presidio sotto Montecitorio per presentare il Recovery planet , una proposta alternativa su come affrontare la crisi sindemica, (cioè crisi da affrontare con uno sguardo allargato all’interazione tra diversi fattori ) pandemica, economica e sociale.
di Luisa Stendardi, del Coordinamento Forlanini bene comune
Alle tre del pomeriggio della prima giornata di parziale riapertura dei bar e dei ristoranti all’aperto ,il centro storico di Roma appare sotto una veste decisamente più festosa. Molta gente seduta ai tavoli dei locali chiacchera e si guarda intorno quasi incredula di poter godere di un momento di relax primaverile. Nella piazzetta antistante Montecitorio, un folto gruppo di persone, giovani e meno giovani, sufficientemente distanziate e con le mascherine indossate, si stanno preparando ad accompagnare con i loro slogan e le loro parole d’ordine la presentazione del Recovery plan da parte del Presidente del Consiglio Draghi nell’aula di Montecitorio . Striscioni colorati vestono le transenne che normalmente separano i manifestanti dall’ingresso nella piazza . Sono presenti le associazioni e i comitati che una settimana fa hanno dato vita alla prima uscita pubblica della Società della cura in diverse città d’Italia con un tour tra i luoghi della cultura e dell’aggregazione sociale , resi inagibili o sgombrati dalle forze dell’ordine.
In questo pomeriggio, mentre nel palazzo si appresta a parlare il Presidente del Consiglio per illustrare il Recovery plan con la descrizione degli investimenti previsti per accedere ai fondi, circa 200 miliardi, messi in campo dall’Europa per il Next Generation EU , i manifestanti si preparano a presentare il piano alternativo con i loro interventi dal piccolo palco improvvisato. IL Forum romano acqua pubblica è presente con il Comitato romano, parla Paolo Carsetti storico rappresentante del movimento che ricorda la data del 12 Giugno prossimo, decimo anniversario della vittoria referendaria del 2011 , con la quale 27 milioni di persone firmarono a favore della ripubblicizzazione dell’acqua . Sappiamo che quella volontà popolare, frutto di un grande coinvolgimento dal basso di tanti comitati in tutta Italia, non è stata rispettata in questi lunghi anni. “Abbiamo assistito e stiamo assistendo a nuovi e sempre più insidiosi tentativi di privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici” compreso il recente pericolo della quotazione dell’acqua in borsa . L’amministrazione capitolina ha chiuso la sede del Forum italiano del Movimento per l’acqua dando un pessimo segnale del rispetto del voto dei cittadini.
Segue l’intervento di Francesca Perri , medico dell’emergenza in prima linea su tutte le battaglie per la sanità pubblica , parla oggi a nome del Coordinamento per il Forlanini bene comune ” Noi dobbiamo recuperare tutti gli ospedali dismessi il S,Giaomo, il Forlanini, il S. Maria della pietà che sono stati indebitamente chiusi. Abbiamo bisogno di posti letto per il Covid e anche per il No Covid, mentre l’Assessore D’Amato annuncia che creerà 4.000 posti letto in più di cui 450 in rianimazione, in realtà non sono in più ,significa scippare interi reparti dalla cardiologia e dall’ortopedia e dedicarli al Covid. Inoltre è passata una determina regionale in cui è stato dato ordine di indirizzare i pazienti in lista d’attesa nelle strutture private convenzionate e ,voi capite, che la deriva è quella, di dividere il servizio sanitario pubblico insieme al privato,così nel Lazio come il Lombardia ,che è stata la capostipite, si è creata la parola “sistema” e non più “servizio” che equipara il pubblico al privato .Ma il privato non fa beneficenza ,paghiamo noi, paghiamo tutto”. In questi ultimi quindici anni hanno tagliato sui servizi socio-sanitari pubblici tutte le forze politiche trasversalmente .Investire nella sanità pubblica significa ridurre i guadagni dei privati, questo è il punto e non sappiamo come il Recovery plan che oggi viene presentato al Parlamento intende realmente rafforzare la sanità pubblica secondo i dettami della nostra Costituzione, che sanciscono il diritto alla salute a alla cura, gratuito e universale.
Contemporaneamente alla manifestazione di Roma sono previsti presidi in altre città d’Italia : Palermo,Napoli,Massa, Grosseto, Genova ,Salerno e verso le cinque del pomeriggio s’interrompe la diretta da Roma per consentire il collegamento con le altre città. A pausa terminata si prepara a parlare la rappresentante del Movimento per l’abitare e la lotta per la casa, Anna Sabbatini “Senza casa non c’è cura, non c’è istruzione, non c’è modo di uscire dall’emergenza di vita, dalla povertà” Il piano per le case popolari è un miraggio, le domande sono tantissime e i pochi alloggi disponibili si trasformano in un campo di battaglia tra famiglie e persone tutte in difficoltà. Si arriva così alle occupazioni dei palazzi dismessi e abbandonati , con tutto ciò che ne consegue, in termini di mancanza di sicurezza e di cura delle persone. Presente in piazza La Casa internazionale delle donne, il Forum per il diritto alla salute, i lavoratori dello spettacolo che di recente hanno occupato simbolicamente il Globe Theattre e tante altre realtà cittadine in difesa dei beni comuni, come il S. Maria della pietà, che ha subito lo sgombero forzato della ex Lavanderia , divenuto negli anni luogo di inclusione sociale e culturale . Il Comitato Mani rosse antirazziste è presente con i suoi cartelli che reclamano una presa di posizione decisiva per la questione delle migrazioni.
L’idea degli organizzatori era quella d’invitare i parlamentari ad ascoltare e discutere il Recovery planet, il documento della Società della cura , Verso la fine del presidio è sceso dal palazzo il deputato di sinistra Italiana Nicola Fratoianni che divide con la leader di fratelli d’Italia Giorgia Meloni i banchi dell’opposizione. Scende in strada sventolando un fascicolo azzurro:è il Recovery plan o PNRR che alle 14,30 è stato consegnato ai parlamentari, invitati a votarlo per il giorno successivo. Poco, anzi pochissimo tempo per studiare e approfondire il documento da cui dipende l’uscita dalla crisi sociale, economica e sanitaria del Paese scatenata dalla pandemia. “Mario Draghi ha detto che in una delle missioni ci sono interventi per le case popolari. Le case popolari non ci stanno nel PNRR del governo, ci stanno altre forme d’intervento pubblico nell’edilizia ma sono forme inaccessibili a quelle migliaia di famiglie che in Italia sono in graduatoria in attesa di una casa popolare. Ha parlato di riforme convergenti che non stanno dentro il PNRR, come quella del fisco, ha detto che dobbiamo mantenere la progressività , non ha detto però la parola fondamentale : di fronte all’aumento impressionante delle diseguaglianze in questo momento una riforma in senso progressivo è una riforma che porta con se la patrimoniale . Ora tutto questo segnala che la pandemia ha funzionato come un enorme evidenziatore , non ha inventato la diseguaglianza, l’ha resa più drammatica. Non ha inventato le diseguaglianze nel mondo della scuola che non sono legate alla connessione veloce ma al fatto che se la famiglia di partenza ha meno strumenti culturali e materiali , la diseguaglianza ti salta addosso. Nel piano non c’è una proposta decisiva per riorganizzare i tempi della vita ,per la riduzione dei tempi di lavoro ,per i trasporti, Se riusciremo, ognuno nella sua autonomia, a far crescere la mobilitazione nel paese ,qualche passo in avanti lo faremo. VI dico solo una cosa, tante colleghe e colleghi con cui abbiamo punti in comune sono in grande sofferenza . E’ necessario che a questa sofferenza comincino a seguire degli atti. Domani votiamo , io voto contro. Ad un certo punto occorre dire qualche no. Quando sono tutti al governo quel rapporto decisivo tra chi controlla e chi è controllato va drammaticamente in crisi”
La manifestazione si chiude , gli striscioni si arrotolano e si conservano per la prossima occasione ,che non mancherà.