Il Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha dato i sette giorni all’Ama. In un’ordinanza in 11 punti, concordata con il ministro pentastellato dell’Ambiente Sergio Costa, intima alla municipalizzata romana di ripulire in una settimana la città dalla montagna dei rifiuti che la sta sommergendo, cominciando la bonifica dalle aree vicine agli ospedali, alle scuole, agli asili, ai mercati rionali e ai ristoranti. L’obiettivo è quello di far uscire al più presto la città dall’emergenza spazzatura evitando che, in coincidenza con il caldo record, si entri in un’altra non meno pericolosa emergenza: quella sanitaria.
Secondo Zingaretti, la spazzatura in eccesso della Capitale andrà distribuita in tutti gli impianti di smaltimento della regione, partendo da questo week end. Malgrado la precettazione, non tutti gli impianti si sono resi disponibili ad accogliere spazzatura extra e così hanno fatto Viterbo, Civitavecchia ed Aprilia. Ma se entro una settimana l’Ama non provvederà ad applicare l’ordinanza Zingaretti, corre seriamente il rischio di venire commissariata. Come è successo nel 2006 per Napoli, dove il Governo Prodi corse ai ripari nominando Guido Bertolaso commissario ad acta.
“Non è un’ordinanza punitiva, ma punta all’efficienza nella gestione dei rifiuti” osserva il Governatore del Lazio che non risparmia però una stoccata al sindaco di Roma, Virginia Raggi: “La Capitale non può dipendere nel suo ciclo dei rifiuti dalla buona volontà di altri Comuni o Stati ma deve dotarsi dei suoi impianti” di smaltimento della spazzatura, superando tutte le pregiudiziali ideologiche dei Cinque Stelle. In effetti, l’Ama non ha impianti sufficienti per smaltire la spazzatura della Capitale: o se ne costruiscono altri oppure l’emergenza è continua e il Comune è costretto a svenarsi per dirottare altrove e a caro prezzo i rifiuti: 50 mila tonnellate a 200 l’euro l’una a spese dei contribuenti romani.
Le parole e le mosse di Zingaretti hanno provocato la replica della Raggi che, essendo la prima imputata nella crisi dei rifiuti di Roma, cerca di alzare il polverone e dice: “Zingaretti fa le solite promese, in sette anni non ha scritto il Piano regionale dei rifiuti e ora pretende di ripulire Roma in sette giorni: sfiora il ridicolo”. Ma i romani non sono stupidi e hanno capito benissimo come stanno le cose.