Riutilizzare l’ex ospedale Forlanini per l’emergenza Corona virus: dopo anni di abbandono è possibile?
Da giorni circola sui social una petizione di Change.org che chiede di recupare gli spazi dell’ex ospedale Forlanini, situato a poca distanza dall’Istituto Spallanzani, per mettere in tempi rapidi a disposizione della cittadinanza posti letto di terapia intensiva . Secondo il Prof. Martelli, che ha rilasciato un’intervista al Sole 24 ore , l’impresa non sarebbe impossibile
Luisa Stendardi fa parte del Coordinamento dei Comitati,delle Associazioni,dei Cittadini per il Forlanini proprietà bene comune e conosce a fondo l’intricata vicenda dell’ ex ospedale
Come un fiume carsico la questione irrisolta della destinazione d’uso dell’ex ospedale Forlanini riemerge e torna al centro del dibattito sulla sanità pubblica.
I cittadini di Roma ed in particolare quelli della zona Monteverde -Portuense non più giovanissimi , hanno avuto modo di conoscere e frequentare il complesso monumentale, la citttadella, che racchiude una delle eccellenze architettoniche e sanitarie del nostro Paese.
Per i più giovani invece , il discorso è molto diverso , forse ne hanno sentito parlare in famiglia, ma non hanno potuto usufruire del luogo e dei suoi servizi . Correva l’anno 2006, infatti, ben quattordici anni fa, quando l’Azienda S.Camillo Forlanini deliberò la dismissione dell’ospedale, poi ratificata dalla Regione Lazio , per il rientro del disavanzo della Regione in materia di spesa sanitaria, con il trasferimento delle attività al vicino ospedale S, Camillo entro il 31.12.2008.
Nel 2010, l’allora Commisario straordinario che doveva gestire la dismissione dell’attività ospedaliera e la riconversione del Forlanini, prof Martelli , già Direttore del Dipartimento di Chirurgia Toracica dell’ex-ospedale, presentò un piano di riqualificazione molto articolato e orientato al mantenimento della vocazione socio-sanitaria del complesso. Il piano non fu approvato dalle competenti autorità sanitarie, la chiusura dell’ospedale con il trasferimento dei reparti fu rinviata di anno in anno per le grandi difficoltà organizzative , fino a quando nel 2015 la Regione Lazio divenne proprietaria del complesso.
Nel frattempo il Forlanini continuava ad ospitare il Reparto di Medicina nucleare ,che tutt’ora continua ad operare ( la gara per il suo trasferimento è stata esperita, ma i tempi sono lunghi), le scuole infermieristiche, il museo anatomico,e tante altre attività che in tutti questi anni hanno dovuto convivere con il degrado fisico e strutturale del complesso che non aveva più ricevuto alcun tipo di manutenzione. Così si arrivò nel Giugno 2016 alla tragica morte per over dose di Sara, una sedicenne che insieme alla madre e a tanti altri emarginati ,era andata a vivere nei cunicoli dell’ex ospedale che neppure chi aveva lavorato per molti anni al Forlanini conosceva del tutto, in quei reparti di rianimazione che oggi la petizione on line chiede di riaprire.
Anche la società civile si è mossa: Comitati , associazioni territoriali , hanno chiesto ripetutamente alla Regione Lazio, al Comune di Roma, al Municipio di prendere in considerazione le loro proposte di riqualificazione del complesso monumentale. Sono stati oraganizzati incontri, assemblee pubbliche . Il primo Aprile 2017 si è svolta una manifestazione locale, con un corteo che ha sostato davanti al S. Camillo. Le proposte sono state improntate su alcuni principi fondamentali: mantenere la proprietà pubblica del complesso , perseguire e recupare la vocazione sanitaria : case della salute. residenze per anziani, uffici 118 ecc…
Non solo, a livello politico regionale,comunale e municipale sono state presentate interrogazioni e approvate mozioni tutte orientate alla tutela della proprietà pubblica del Forlanini e al coinvolgimento delle associazioni e dei comitati dei cittadini nell’elaborazione del piano di riconversione.
Ora il Prof Martelli afferma nell’intervista rilasciata al Sole 24 ore ” la riapertura di una parte del Forlanini potrebbe dare una grossa mano , i posti letto che si possono creare anche rapidamente sono una cinquantina e tenendo conto che in tutt’Italia ce ne sono solo 5.000, credo sia un numero discreto per dare una mano a gestire le complicanze di questa malattia”
L’adesione alla petizione on line è stata massiccia, in pochi giorni circa 30.000 firme raccolte, segno che in questi lunghi anni di inerzia da parte delle Istituzioni , in particolare della Regione Lazio che non ha mai elaborato un progetto organico di riutilizzo , l’attenzione per la sorte Forlanini non si è affievolita.
L’emergenza sanitaria di questi giorni ha riportato alla ribalta l’importanza della sanità pubblica , la necessità di investire massicciamente in questo settore per recuperare i danni causati da una politica che , nel suo complesso, ha indebolito vasti settori del sistema sanitario nazionale. La travagliata storia dell’ospedale Carlo Forlanini sta lì a dimostrarlo.
Ottima ricostruzione delle vicende, imparziale e obiettiva. Questo è buon giornalismo, complimenti.