“Certo che Porta Portese è aperta, come ogni domenica. Solo che c’è poca gente perchè i giornali hanno scritto che doveva chiudere. Ma così a noi ci tolgono il lavoro”. A quanto pare è stato solo un grosso equivoco, il mercato all’aperto tra i più grandi d’Europa domenica 23 agosto era frequentato come al solito, forse meno affollato ma più per il caldo che per i pasticci burocratici e amministrativi. I controlli per la sicurezza e il rispetto delle norme ancovid – proprio quelli che avrebbero dovuto far saltare l’apertura- sono invece attivi, con tanto di fila davanti all’addetto che ti punta il termometro in fronte (all’ingresso su Piazzale Portuense dopo una certa ora c’è la polizia municipale a controllare chi entra indossi la mascherina).
A noi ci hanno avvertito i vigili, mi dice l’addetto al varco di Piazza Nievo. La cooperativa è la stessa che effettua i controlli sin dalla prima riapertura dopo il lockdown, ma oggi non si sa chi ha pagato. Gira anche la voce che una decina di titolari dei banchi abbiano pagato di tasca propria, ma l’ipotesi più realistica è che – regolamento alla mano- abbia pagato il Comune.
“E’ il primo giorno che non paghiamo niente per la sicurezza, del resto così prevede il regolamento comunale”, precisa Ugo che vende solo articoli in vera pelle e guarda storto la mia comodissima borsa in simil-pelle.
I titolari dei banchi- 1100 postazioni nelle tre diramazioni del mercato- pagano 5 euro per occupazione di suolo pubblico, e pur di riaprire, dal giorno della riapertura pagavano di tasca propria la cooperativa cui è affidato il controllo anticovid. Con molti malumori, visto che appunto il regolamento comunale prevede che sia il Comune a pagare.
“La Raggi era seduta di fronte a me quando ci ha detto 😮 accettate o ne pagherete le conseguenze” sposta il discorso Roberto, oggi a Porta Portese ma gestore di un banco a rotazione che, Comune permettendo, gira per diversi mercati. Si riferisce al trasferimento disposto in Campidoglio e già effettuato per diversi mercati,” da Piazza Vittorio alla Tiburtina, alla Tuscolana, a Boccea ” secondo un elenco a suo dire anche incompleto.
“Quei mercati sono stati trasferiti in vie laterali, dove non c’è molto passaggio di gente, e il cliente che prima veniva da me perchè trovava quello che gli serve a un buon prezzo ora non mi trova più, così io perdo lavoro, come faccio a mantenere la famiglia?”
Da ex grillino deluso, Roberto ha una sua stravagante, non provata e non dimostrabile teoria: che i 5 stelle-‘sotto sotto, dice, hanno un’anima comunista’- vogliono favorire le cooperative a cui darebbero in gestione gli spazi demaniali liberati dai mercati trasferiti. E ha una certezza: “se ne deve annà, Raggi economicamente ha fatto più danni della seconda guerra mondiale. Chissà come voterà, nella ormai prossima tornata elettorale romana.