Raffaella Leone
Si torna in Villa, anche nella parte est di villa Pamphilj che è stata chiusa per 10 giorni. Il rischio di contagio da aviaria è scongiurato, i volatili raccolti nella voliera improvvisata costruita apposta ai bordi del laghetto del Giglio dopo la morte di un’oca e della cigna Orietta sono comunque ancora monitorati, sono in programma nuovi prelievi e analisi. E’ mezzogiorno quando gli addetti del servizio giardini rimuovono la catena e aprono il cancello dell’entrata di Donna Olimpia/via Vitellia e in una breve riunione organizzativa mettono a punto il programma. Ci sono i cartelli da attaccare a tutti gli ingressi fin qui chiusi, perchè se è vero che il rischio di contagio è scongiurato, ci sono delle elementari regole da seguire comunque. Due, fondamentalmente: non toccare gli animali e igienizzare le mani se si toccano materiali potenzialmente contaminati.
I giardinieri si dividono le zone in cui attaccare i cartelli, alcune -i peruviani, il sindaco-con nome in gergo probabilmente non noto anche ai più assidui frequentatori di Villa Pamphilj. Dal Bistrot alla Nocetta ci sono da attaccare gli avvisi al pubblico, e intanto piano piano la villa si popola, nonostante l’ora e la giornata uggiosa. Valeria e Anel vengono giù dall’ingresso principale, hanno camminato in villa probabilmente entrando dal bistrot. Lei viene dalla Russia, lui dalle alture del Golan al confine- martoriato, anche se ora non fa più notizia- tra Israele e Siria. Wonderful, ripetono estasiati e si mettono in posa per la foto. Arrivano anche i primi proprietari dei cani, non hanno dimenticato che anche in Villa- e quanto meglio sarebbe se questo elementare segno di civiltà fosse rispettato anche sui marciapiedi- bisogna portare il sacchetto per le deiezioni degli amati pelosetti.
I cartelli ci sono tutti. E anche se a qualcuno sembra una preoccupazione eccessiva, è meglio leggerli e rispettare le regole. Per essere tutti più sicuri.