E’ stato sospeso il procedimento a carico di Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Majdi Ibrahim Abdelal Sharif, i 4 membri dei servizi segreti egiziani imputati a Roma per aver torturato e ucciso Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano rapito il 25 gennaio e ritrovato su una strada periferica de Il Cairo il 3 febbraio 2016. Le autorità egiziane continuano a negare gli indirizzi del domicilio degli imputati, un passaggio procedurale indispensabile per notificare l’apertura del procedimento e avviare il processo. Il “rifiuto di collaborazione delle autorità egiziane è un dato di fatto, ha scritto il gup Roberto Ranazzi definendo poi del tutto pretestuose le argomentazioni della Procura Generale del Cairo, che da parte sua considera chiuso il caso e non necessarie altre indagini. La prossima udienza si terrà il 10 ottobre, verrà ascoltato il capo dipartimento affari giudiziari del Ministero della Giustizia, Nicola Russo, sugli eventuali sviluppi dopo la nota inviata agli egiziani in seguito all’incontro avvenuto il 15 marzo.
L’avvocata Alessandra Ballerini, che dall’inizio segue Paola Deffendi e Claudio Regeni, chiede l’intervento di Draghi: “Prendiamo atto dei tentativi falliti del Ministero della Giustizia di ottenere concreta collaborazione da parte delle autorità egiziane e siamo amareggiati e indignati dalla risposta della procura del regime di Al Sisi che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni e del nostro sistema di diritto. Chiediamo che il presidente Draghi condividendo la nostra indignazione pretenda, senza se e senza ma, le elezioni di domicilio dei 4 imputati. Oggi è stata un’ennesima presa in giro”