Il Forlanini a Roma fa notizia anche quando il governo centrale traballa e forse crolla (sono due amministrazioni diverse, é ovvio, ma il presidente della Regione proprietaria del complesso è anche il segretario di un partito della maggioranza alle prese con una crisi che più oscura non si può) . Zingaretti questa volta é giustificato se non c’era quando in Consiglio regionale é passato un ordine del giorno della consigliera leghista Laura Corrotti che impegnerebbe la Regione -il condizionale é d’obbligo, nota Giuseppina Granito, del sito Sireneonline che per prima ha dato la notizia- a ristrutturare l’area centrale dell’ ospedale, i padiglioni B C e D, precisa la Granito.
Tutto bene e tutti contenti, dunque? Non proprio, perché non tutto è chiaro, come ormai da anni nelle vicende di questo che è ancora, in minima parte, un ospedale. Non è chiaro per esempio se questa eventuale ristrutturazione ripristinerà le attività sociosanitarie, ed eventualmente quali. La consigliera Corrotti, a suo modo una pasionaria della causa e promotrice dell’odg poi approvato, scrive in un post i suoi desiderata: “Occorre ricondurre l’edificio ad attività di natura sociosanitaria– nelle more della riorganizzazione della rete ospedaliera e non destinarlo ad attività che nulla hanno a che vedere con il sistema sanitario regionale”.
‘Occorre, appunto, e se è per questo, ‘occorre’ da anni, ma finora tutti gli appelli anche autorevoli, le sollecitazioni le manifestazioni e i sit in che si sono susseguiti in questi anni – da quando nel 2006 è stata decisa la dismissione- non hanno scalfito la granitica decisione dell’Ente proprietario di non riaprire il dossier.
L’unica novità, confermata dai rappresentanti della Pisana presenti e organizzatori del sopralluogo dello scorso dicembre, resta quella emersa a novembre dalla riunione tra la Regione, il coordinamento dei comitati e il sindacato Cgil-spi, ovvero l’intenzione di candidare l’ex ospedale a sede della nascitura Agenzia europea per la ricerca biomedica , ed eventualmente -eventualmente-di avviare i lavori di ristrutturazione delle due palazzine che affacciano in via Folchi, per destinarle forse -forse- ad ospitare una Rsa pubblica o ambulatori.
Ma soprattutto, non è chiaro con quali fondi si sosterrebbe questo restyling. Certo non con il Mes, che comunque i 5 stelle non vogliono , ed eventualmente destinato ad altre urgenze. Meno che mai potrebbe essere finanziato con l’ancora evanescente Recovery plan, che nella prima versione-ricordiamo- stanziava 9 miliardi- in piena pandemia!- per la sanità.
Non spetta a un ordine del giorno indicare i finanziamenti, certo. Ma il fatto che non se ne faccia nemmeno un cenno- sia pure per rinviare agli apparati competenti- fa temere che anche questa volta tutto finirà nella solita gigantesca bolla di sapone.