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Tomassetti: “Gestione condivisa dei Beni comuni, la nostra sfida per un futuro diverso del quartiere”

Raffaella Leone

1) Perché la Giunta, con tutti i guai che il quartiere denuncia- dalla spazzatura ai bus a singhiozzo al mancato sfalcio dei marciapiedi, eccetera- pensa ad un regolamento abbastanza scollegato dai problemi dei monteverdini? Non è un po’ come parlare del sesso degli angeli?

Rispetto a questa domanda devo dissentire riguardo all’importanza del tema e credo sia sbagliato fare una scala di valori tra le istanze del nostro Municipio. Lo capiamo bene, i rifiuti, la viabilità e i trasporti sono un tema centrale e più di primo impatto sulle vite dei nostri cittadini. Ma lo sono anche l’assenza di spazi di socialità, di luoghi dove le persone possono svolgere attività di coworking o di luoghi dove le nostre, tante, associazioni possano sviluppare a pieno la loro azione. Credo dunque che il tema della gestione dei beni comuni non sia secondario ad altri. Spetta a noi decidere cosa vogliamo per il futuro della città. Siamo pronti a confrontarci con i cittadini sui problemi dell’amministrazione giornaliera e sulle rispettive soluzioni che stiamo definendo, ma dobbiamo permettere ai nostri quartieri anche di immaginare un futuro differente. Il regolamento dei beni comuni va in questa direzione, garantisce al cittadino di poter fruire di questi, essendo esso un diritto inalienabile, in tempi certi, con procedure snelle ma trasparenti.

2) Lei presenta il Regolamento per la gestione dei beni comuni come ‘uno strumento all’avanguardia che darà regole certe per l’amministrazione del patrimonio pubblico del nostro territorio’. Vuol dire che finora non c’erano regole certe? Oppure che non sono state rispettate? E in ogni caso, da quando i municipi possono decidere autonomamente in materia di amministrazione del patrimonio pubblico?

Il Regolamento dei beni comuni rappresenta uno strumento all’avanguardia in quanto è il simbolo di un cambio di paradigma. Per decenni in questo paese si è pensato che in nome della piena concorrenza tutto dovesse essere deciso attraverso appalti e contratti, il Regolamento dei beni comuni rappresenta il modo di attivare facilmente percorsi di amministrazione condivisa. Tali procedimenti permetteranno di sostituire al mero principio della competizione e dell’appalto, il principio della cooperazione. Questo è un tema a noi molto caro, infatti abbiamo deciso di agire nello stesso modo anche per i servizi sociali, sui quali è stata avviato un percorso di coprogrammazione e coprogettazione. Crediamo, come recita l’articolo 118 della Costituzione, come è stato ribadito dalla Corte Costituzionale nel 2020 e dalla legge regionale del 2019 sull’amministrazione condivisa, che sui temi di interesse generale sia necessario superare il principio dell’appalto e favorire una sempre maggiore cooperazione con la società civile e tra la società civile. Oltre al cambio di paradigma il regolamento fornisce regole certe, come si potrà notare, che garantiranno percorsi di cogestione dei beni comuni con cittadini e associazione che saranno realmente trasparenti, garantendone così la legalità. I cittadini, il Terzo Settore e gli altri attori potranno leggere le modalità attraverso cui poter trasformare le loro idee in realtà e così facendo trasformeranno anche il volto del nostro Municipio.

3) Quanto al lavorare ‘in sinergìa con scuole, cittadini e associazioni’, che cosa si prevede in concreto? Incontri sul territorio, ascolto delle varie istanze, definizione di un programma di interventi e relative priorità?

L’amministrazione lavorerà in sinergia con scuole, cittadini e associazioni attraverso i patti di collaborazione che sono descritti all’interno del regolamento. Questo è lo strumento attraverso cui il Municipio e i cittadini attivi concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi di cura, gestione condivisa e rigenerazione dei beni comuni. Questo vuol dire sicuramente ascolto, confronto, definizione comuni di programmi e priorità.

Il contenuto dei patti potrà variare insieme alla durata e al grado di complessità. Per questo il municipio prevede due tipologie di accordi: quello ordinario e quello complesso. Il primo servirà a regolamentare interventi di cura di modesta entità, anche ripetuti nel tempo, mentre il secondo riguarderà spazi e beni comuni che hanno caratteristiche di valore storico culturale, o che hanno un valore economico significativo.

4) Proprio a Monteverde vecchio c’è il caso esemplare di Casetta Garibaldi, spazio comune che potrebbe essere a disposizione delle associazioni e invece resta ostaggio di intoppi burocratici. Così come, nel quadrante Incis-Pisana, resta al palo il progetto di ampliare la Biblioteca Longhena e farne (anche) un centro socio-culturale. La Giunta se ne occuperà?

Il Regolamento dei Beni Comuni serve proprio a questo, risolvere gli intoppi burocratici, generati principalmente da percorsi troppo lunghi, spesso estenuanti ed eccessivamente pesanti per le nostre associazioni e i nostri cittadini. Casetta Garibaldina è un bene di grande pregio che deve essere dato alla cittadinanza di Monteverde. Nei primi mesi di amministrazione, abbiamo lavorato per risolvere tutte le questioni burocratiche non ancora trattate in passato (una su tutte: ancora si doveva effettuare il cambio di destinazione urbanistica, in quanto la casetta risultava abitazione e non spazio socio-culturale!). Inoltre, come noto, abbiamo trovato subito a bilancio i fondi per il termine dei lavori esterni. A breve saremo pronti per proporre al Consiglio l’idea di valorizzazione dell’immobile.
Invece, sulla Biblioteca di Longhena mi permetto di puntualizzare: non solo abbiamo inserito l’opera nel PNRR come uno dei primi atti della nostra esperienza, ma siamo in continuo contatto con gli uffici competenti per seguire tutti gli iter in corso. Quella è per noi un’opera strategica: in un quadrante povero di servizi sociali e in grande crescita urbanistica, occorre investire su quel bene.

5) Questo Municipio – Lei fa notare- è il primo a Roma a dotarsi di questo Regolamento ‘ che tanti Comuni stanno usando in Italia’. Roma però non è e non è mai stata uno dei ‘tanti comuni’ . Non pensa che incontrerà diverse difficoltà ? E quale teme di più?

Noi siamo il primo municipio a fare questa scelta, ma in altri sono già stati attivati dei percorsi similari Tra i tanti comuni che hanno scelto di deliberare un tale regolamento vi sono grandi città come Milano e Bologna. Sono convinto che nonostante l’unicità di Roma, non incontreremo difficoltà particolari rispetto agli altri centri urbani, anzi dovremo essere bravi a fare tesoro delle esperienze scaturite altrove al fine di recuperare il tempo perso. Credo sinceramente che un tale strumento sarà perfetto per i nostri quartieri che sono così ricchi di cittadini attivi e consapevoli, pronti a mettersi in gioco al fine di riportare Roma ad essere un luogo accogliente per tutti.

ndr Il Regolamento è attualmente consultabile sul sito del Municipio essendo stato votato in aula.

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