Una stazione FL5 per Massimina
Raffaella Leone
Riuscirà la stazione FL5 Massimina a trasformare Massimina da periferia profonda a periferia accessibile? Sarà pronta entro il 2025, è finanziata con i fondi per il Giubileo, trasporterà i pellegrini dalla stazione Termini a questo quadrante e quindi in città, i binari ci sono, i treni già la percorrono, c’è solo da fare la banchina e il parcheggio, che, questo sì, è di là da venire. Resterà a disposizione dei romani, con numeri (previsti) di tutto rispetto: 2800 ‘massimini’ potrebbero utilizzarla per spostarsi in città.
Il municipio ci crede, al punto di mettere l’argomento al centro del terzo incontro con i monteverdini che sta organizzando nei vari quadranti del territorio municipale, questa volta nel teatro della scuola-gioiello Martellini. Ci crede anche l’assessore capitolino alla mobilità Eugenio Patanè- alla fine persino applaudito- che ci mette la faccia e affronta un pubblico agguerrito e in qualche momento animoso, visto che i problemi della mobilità a Massimina sono a tutta evidenza più profondi, strutturali si potrebbe dire.
‘Succede quando si costruiscono le case prima delle strade’, riflette Patanè, ed è una constatazione non una giustificazione. Fatto sta che muoversi in Massimina è problematico, con alcune vie non ancora asfaltate e altre che esistono solo perchè gli abitanti della zona interessata dopo anni di attesa la strada se la sono costruita da soli, come via Tomasino D’amico. In molti casi è anche strutturalmente complicato costruire marciapiedi, il che rende particolarmente pericolosa l’area davanti ad alcune scuole. Il municipio conosce la situazione, la conoscono anche gli assessori municipali ai lavori pubblici Francesco Geraci e Maria Stella Squillace l’assessora alle scuole che assicura che man mano le scuole verranno messe in sicurezza. Proprio davanti alla Martellini saranno messi dissuasori di velocità e dossi, analoghi interventi sono allo studio, ma non c’è ancora una previsione di tempi.
La stazione di Massimina porterà con sé una novità che, a dirla tutta, adesso sembra, anzi è, ai confini della realtà ,considerato che c’è solo l’autobus 088 a fare da collegamento con le altre zone di Monteverde e con la città, e più che un autobus è una dannazione, tra guasti, ritardi e corse saltate. Per il quadrante girerà un autobus ‘a chiamata’, che non è un servizio di taxi: con un’apposita app si potrà segnalare la propria posizione e la fermata di riferimento. Anche in questo caso, nessuna indicazione sui tempi.
Troppa grazia, o forse solo troppe promesse. In fin dei conti il quadrante Massimina è stato trascurato per anni, e Malagrotta è qui ai confini, i lavori di bonifica -quelli incisivi- devono ancora cominciare. Però qualcosa è cambiato, tanto che pure Maria Teresa Cipollone, combattiva attivista del Comitato Valle Galeria libera, dà atto alla giunta municipale di aver risolto qualche annoso problema, primo fra tutti l’istituzione di un presidio sicurezza: una caserma al Pescaccio, i lavori nell’edificio sono a buon punto. E a seguire un centro polifunzionale.
C’è un paradosso che non può sfuggire: Massimina, confini di Malagrotta, è l’unica area di Monteverde dove si fa la raccolta porta-a-porta. Ma Ama non fa distinzioni tra l’elegante Via Poerio e le buche di via Casal Lumbroso, quando non passa , non passa. E finisce che i ‘massimini’ la spazzatura devono tenersela in casa. Ai confini di Malagrotta, appunto.