I genitori di Giulio Regeni tornano a chiedere il ritiro dell’ambasciatore italiano a Il Cairo dopo l’ ennesimo fallimento dei contatti tra la Procura di Roma e le autorità egiziane sulla morte del giovane ricercatore friulano torturato e ucciso nel 2016. . Il Cairo non ha risposto all’ultima rogatoria internazionale inoltrata da oltre un anno e oggetto dell’incontro online- causa covid- svoltosi ieri. «Un fallimento. Il tempo della pazienza e della fiducia è ormai scaduto. Chi sosteneva che la migliore strategia nei confronti degli egiziani per ottenere verità fosse quella della condiscendenza, chi pensava che fare affari, vendere armi e navi di guerra, stringere mani e guardare negli occhi gli interlocutori egiziani fosse funzionale ad ottenere collaborazione giudiziaria, oggi sa di aver fallito. Richiamare l’ambasciatore oggi è l’unica strada percorribile» è l’amaro commento della famiglia di Giulio. Ai genitori di Giulio non resta che appellarsi a un gesto di orgoglio da parte del governo italiano «Non solo per ottenere giustizia per Giulio e tutti gli altri Giuli, ma per salvare la dignità del nostro paese e di chi lo governa».
Non solo: il Cairo prova a confondere ancora di più un’inchiesta già caratterizzata da vari e pesanti depistaggi chiedendo chiarimenti sull’attività che Giulio stava svolgendo in Egitto. «Hanno formulato alcune richieste investigative finalizzate a meglio delineare l’attività di Regeni in Egitto». Una richiesta che ha suscitato il dolore della famiglia. «Addirittura – scrivono Paola e Claudio Regeni, insieme con il loro avvocato Alessandra Ballerini – si sono permessi di formulare istanze investigative sull’attività di Giulio. Istanze che oggi, dopo quattro anni e mezzo dalla sua uccisione, senza che nessuna indagine sugli assassini e sui loro mandanti sia stata seriamente svolta al Cairo, suona offensiva e provocatoria. Nonostante le continue promesse non c’è stata da parte egiziana nessuna reale collaborazione. Solo depistaggi, silenzi, bugie ed estenuanti rinvii». Anche la Farnesina ha espresso ‘forte delusione’ per l’esito dell’incontro. “Esigiamo un cambio di passo. E soprattutto esigiamo rispetto per la famiglia Regeni. La Farnesina, dopo l’incontro di oggi, trarrà le sue valutazioni”, fanno sapere le fonti del ministero degli Esteri. In sostanza, verità e giustizia possono attendere.