A Roma sotto attacco gli spazi sociali
A Novembre sgombrato il Nuovo Cinema Palazzo , a Febbraio la ex Lavanderia del Santa Maria della pietà.
di Luisa Stendardi
Non c’è posto a Roma per gli spazi sociali. La città è destinata a riempire le cronache degli sgomberi violenti, dei bliz improvvisi delle forze dell’ordine nei luoghi della cultura sotratti alla speculazione selvaggia o allo squallido destino di casinò. E’ successo di nuovo qualche settimana fa al Padiglione 31 del Santa Maria della Pietà, spazio autogestito che da oltre quindici anni rappresenta un punto di aggregazione sociale e culturale del quadrante nord ovest della capitale, privo come tanti altri di luoghi della cultura e della socialità liberi, gratuiti e pubblici. Tutto a Roma si trasforma in movida a pagamento: interi quartieri sono destinati al “divertificio”: S. Lorenzo, Testaccio , Trastevere , luoghi dove si passa da un locale all’altro nel rito del fine settimana. Nel quartiere Trionfale Monte Mario il Padiglione 31 era come un faro acceso nella notte. Lì da quindici anni si poteva fare teatro, seguire conferenze, leggere, studiare, ballare, fare musica, accedere al parco e negli ultimi tempi, a causa della pandemia, il padiglione si era trasformato in un luogo di raccolta di pacchi alimentari da destinare alle molte persone e famiglie in difficoltà.
L’associazione ex Lavanderia dal 2005 porta avanti una battaglia con le istituzioni comunali e regionali per l’uso pubblico di questo luogo da destinare ad attività sociali e culturali, in osservanza della normativa nazionale (la famosa Legge Basaglia) che prevedeva la chiusura definitiva dei manicomi e la restituzione alla città del complesso, con l’utilizzazione dei proventi da destinare alle strutture di salute mentale dislocate nel territorio.
Il Comitato” Si può fare” , vera anima ispiratrice di questa lotta, si è opposto al Protocollo d’Intesa , siglato nel 2018 dalla Regione Lazio, dalla ASL Roma 1, e dall’amministrazione capitolina guidata dalla sindaca Raggi al Progetto urbano che destinava alcuni padiglioni alla Asl , vale a dire a strutture sanitarie, in contrasto con quanto previsto dalla legge Basaglia.
In data 11 Maggio 2021 il Tar del Lazio si pronuncerà su un ricorso presentato dal comitato Si Può fare e da altre associazioni contro le decisioni prese nel Protocollo d’Intesa tra le istituzioni regionali e comunali, una vera e propria bocciatura a tutto tondo della politica messa in piedi dall’ amministrazione comunale targata 5 stelle in accordo con la Regione, guidata da Zingaretti.
La risposta a questo conflitto è stato lo sgombero, ordinato dalla questura. Un’azione repressiva che si aggiunge ad altre simili compiute nella città, come quella che a Novembre dello scorso anno ha decretato la fine speriamo momentanea, tramite sgombero, dell’esperienza del Cinema Palazzo a S. Lorenzo: un luogo destinato a diventare un casinò, salvato da questo triste epilogo da un gruppo di cittadini e associazioni che lo occuparono trasformandolo in un centro di aggregazione sociale e culturale. Perché in questa città il dialogo tra cittadini e istituzioni è così difficile? Perché i luoghi pubblici destinati alla cultura restano chiusi , perché i luoghi privati salvati dalla speculazione sono attaccati senza la necessaria mediazione delle istituzioni che ,nella maggior parte dei casi ,alzano bandiera bianca. Così il giornale on line Dinamo press racconta lo sgombero del cinema Palazzo: “Quando dopo le prime luci dell’alba si è diffusa la voce dello sgombero del cinema Palazzo, piazza dei Sanniti appariva occupata da decine di uomini e mezzi blindati come nella scena di un qualsiasi gangster movie. .. la sproporzionata azione militare non serviva a ristabilire l’ordine dello stato su un territorio finito nelle mani della criminalità organizzata , al contrario metteva la parola fine a un’esperienza che nel 2011 aveva impedito che in quell’ex cinema si installasse illegalmente un casinò “
La storia della città di Roma è purtroppo costellata di questi episodi con l’aggravante che si è cercato di mettere sullo stesso piano questo tipo di occupazioni , frutto di lotte per i beni comuni , con lo sgombero di veri e propri covi inneggianti al fascismo e al nazismo com’è avvenuto pochi giorni fa, quando contestualmente allo sgombero del Padiglione 31 del Santa Maria della Pietà si è proceduto a cacciare gli occupanti di Casapound a Maccarese, dove spuntavano gli altari ad Himmler.
A febbraio una manifestazione molto partecipata, a cui hanno aderito sindacati e associazioni, ha attraversato le strade del quartiere Monte Mario per ribadire il pieno sostegno della popolazione agli attivisti che hanno dato vita in questi anni all’esperienza sociale e culturale della ex Lavanderia.