Banchi di sardine nuotano a Piazza S. Giovanni: un grande successo del movimento anti sovranista nato a Bologna
In contemporanea con la piazza di Roma , si sono organizzati flash mob in molte altre capitali europee da Parigi , a Londra e Bruxelles: 25 piazze internazionali e altre sette in Italia. A Roma il movimento delle sardine ha centrato in pieno l’obiettivo di riprendersi la tradizionale piazza della sinistra , riempita di recente dalla Lega di Salvini. Da domani i referenti delle tante piazze italiane si riuniranno per iniziare a parlare del futuro
Luisa Stendardi
L’appuntamento era fissato per le 15,00 sui giardini di piazza S. Giovanni, ma già da un’ora prima il centro della città era invaso da centinaia di sardine, giovani e meno giovani che da sole o in piccoli banchi sostavano alle fermate degli autobus munite di cartelli di sardine colorate, sardine di cartone, sardine di plastica , sardine tra i capelli . Alle quattro del pomeriggio di una splendida giornata di sole la vista della piazza dalla statua di S. Francesco era impressionante: un mare di teste giù giù fino all’ingresso della basilica riempiva gli spazi dei giardini e si estendeva ai lati verso gli archi dell’acquedotto . Tanta gente come non si vedeva più da molto tempo, dalle grandi manifestazioni sindacali e dei movimenti di una decina di anni fa. La folla si muoveva da un punto all’altro , con i cellurari pronti a riprendere le sardine più fantasiose, molti cercavano di avvicinarsi al piccolo palco improvvisato da cui arrivava soltanto l’eco delle voci degli oratori: senza un sistema di amplificazione per chi era lontano era impossibile sentire gli interventi. Dal palco sono intervenuti la presidente dell’ANPI Carla Nespolo , il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, ora parlamentare europeo e , tra gli altri, Mattia Sartori il giovane portavoce del movimento bolognese che ha esposto per la prima volta in questa assemblea romana i punti principali su cui si fonda il movimento e dai quali intende partire per capire cosa unisce queste piazze oltre il rifiuto della politica dell’odio e della paura, oltre l’antifascismo e l’antirazzismo.
I punti elencati da Sartori non sono un programma politico, non somigliano a nessuna piattaforma, sono un insieme di principi guida; “Chi è eletto faccia politica nelle sedi istituzionali. I ministri comunichino solo attraverso canali istituzionali. Ci sia trasparenza nell’uso dei social network e su chi finanzia le pubblicazioni da parte dei politici. La violenza verbale sia equiparata alla violenza fisica. Abrogare i decreti sicurezza , servono leggi che non mettano al centro la paura” Quest’ultimo punto, che è stato molto applaudito dalla piazza dove erano presenti tante” sardine” nere di pelle , è stato l’unico riferimento esplicito ad un provvedimento di legge , l’unico punto di politica concreta che è stato nominato e attaccato esplicitamente . E’ il presupposto indispensabile per rendere concreto l’antirazzismo di queste piazze che non può continuare a convivere con le palesi discriminazioni contenute nei decreti sicurezza, voluti dal Salvini ministro dell’interno.
Il canto di Bella ciao e anche dell’inno di Mameli si è sentito qua e là nella piazza, molto spiritoso è stato anche il canto intonato da un gruppo di sardine rosse “Avanti popolo alla riscossa , sardina rossa …”
La fantasia e la creatività sono state le protagoniste di questa manifestazione . Con grande disciplina le persone che hanno partecipato e che in molti casi non si conoscevano tra loro e provenivano da mondi diversi, si sono ritrovate unite nell’ironia di questo simbolo , che hanno adottato con entusismo: siamo noi, siamo quelli che non abboccano, che non si legano e che non sono più rappresentati dalla politica, ma che esistono, in carne ed ossa e vogliono contare .
Verso sera , al tramonto precoce dell’inverno, la folla comincia a defluire ordinatamente, domani i centosessanta referenti delle sardine , in rappresentanza delle piazze che fino ad oggi si sono riunite contro l’odio, il razzismo, l’antisemitismo e la politica del marketing si riuniranno nel centro culturale Spin time, uno spazio occupato che è anche un centro culturale e che accoglie numerose famiglie italiane e non che non hanno una casa dove vivere. Sarà il primo incontro con le sofferenze di questo paese , sarà l’inizio della ricerca delle ragioni che ci fanno stare insieme , come ha detto Sartori, oltre al sentimento di rifiuto per una politica degenerata in comica farsa.