Elio Tomassetti
- Quali sono i tre punti qualificanti del tuo programma?
Innanzitutto credo che sia fondamentale partire dalla modalità con cui il nostro programma è stato scritto. Dopo aver fatto delle primarie, molto partecipate visto che siamo stati il municipio più attivo nel voto in base alla popolazione, abbiamo attivato un percorso di ascolto con i cittadini, le associazioni e i comitati sul territorio. Questo ci ha permesso di scrivere un programma di coalizione ancorato ai bisogni reali emersi dal confronto. In questi tempi dove le altre coalizioni si spaccano, i programmi sono calati dall’alto o sembrano provenire dal paese delle favole, credo che ci vada riconosciuto questo risultato
I tre punti centrali che vorrei sottolineare sono quelli del sociale, il verde e il rispetto delle nostre ville storiche e la cultura.
Le politiche sociali rappresentano la parte centrale del piano di azione di un governo municipale, sia in ordine di risorse che in ordine di impegno. Qui, più che in ogni altro settore, si percepisce l’importanza del Municipio come primo gradino istituzionale.
Su questo tema il problema principale è che si stanno dando risposte a problemi nuovi con strumenti vecchi. L’organizzazione delle politiche sociali romane è rimasta ferma negli ultimi trent’anni. Appena saremo insediati sarà essenziale iniziare il lavoro di stesura del nuovo Piano Sociale municipale, sia per mappare le nuove esigenze sia per introdurre nel dibattito istituzionale serie forme di intervento a tutela delle nuove fragilità.
Non si può pensare di intervenire solo su richiesta del cittadino debole, dobbiamo ribaltare questo paradigma. Dobbiamo considerare il servizio di assistenza come integrato nella vita di ogni abitante, garantendo forme di supporto flessibili anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie. Per fare questo serve un radicamento profondo nel territorio che tocchi tutte le fasce di età. Sappiamo bene però che l’ascolto non può arrivare ovunque immediatamente, quindi affiancheremo comunque fin da subito uno sportello welfare municipale, che possa garantire un ascolto immediato in caso questo non avvenga indirettamente.
Dobbiamo costruire una risposta per ogni tipologia di fragilità. Il nostro Municipio è al terzo posto a Roma per età media avanzata, servono serie politiche di assistenza agli anziani, che vengono coperti davvero in maniera minimale solo dal servizio di assistenza domiciliare in caso di gravi patologie. Si tratta di cittadini che restano spesso soli, senza aiuti, spaesati nei confronti di un mondo che sta cambiando velocemente e li sta lasciando indietro. Dobbiamo migliorare la capacità di raggiungerli e rafforzare la rete di supporto territoriale. La popolazione più adulta va aiutata a usare gli strumenti tecnologici, che permettono di accedere ai servizi anche con percorsi più semplici, i quali vanno estesi anche ai tanti cittadini non italiani che hanno difficoltà di lingua e di orientamento nelle pieghe dell’amministrazione romana. La stessa attenzione va riposta sul tema della disabilità. Proporremo una mappatura delle barriere architettoniche e collaboreremo con le realtà già esistenti sul territorio così da capire come è meglio intervenire.
Trovo orribile e mi si spezza il cuore a dover definire le donne una categoria a rischio e fragile, ma sarebbe folle dire il contrario. Il Municipio XII deve trasformarsi in un posto accogliente per le donne e capace di rispondere a tutte le proprie necessità, fornendo servizi che le liberino dal peso al quale la nostra società sembra condannarle. Vanno potenziati i nidi e i servizi scolastici (È inaccetabile che non vi siano asili nidi pubblici, ad esempio, a Monteverde Vecchio o vi siano liste infinite negli altri quadranti). Non possiamo inoltre rimanere ciechi al dramma della violenza sulle donne. Sarà nostra priorità costruire un sistema di supporto in collaborazione con le associazioni che già da anni sopperiscono alle mancanze dell’amministrazione. Istituiremo una casa rifugio per le donne che scappano da queste terribili situazioni.
Il sociale deve inoltre intervenire a favore dei giovani e delle nuove povertà, cresciute negli ultimi anni. Dobbiamo avere nelle scuole e nei centri per l’impiego delle sentinelle in grado di darci il quadro dello stato di salute dei nostri ragazzi, fornendo percorsi di accompagnamento seri, non solo per eliminare le criticità, ma per fornire opportunità. Dobbiamo costruire centri giovanili e di aggregazione capaci di rianimare la vita sociale dei nostri quartieri. Il Municipio però deve anche vigilare costantemente sul tema delle nuove povertà, fornendo servizi che non sviliscano i concittadini in difficoltà e non aumentino lo stigma.
Gli altri due punti su cui credo il Municipio debba intervenire sono la cura del verde e delle ville storiche e la cultura.
La cura e la manutenzione delle aree verdi del nostro territorio devono essere una priorità. Villa Pamphilj, il nostro polmone verde, deve assolutamente essere al centro dei nostri progetti, con un programma ad hoc, che parta dalla cura dei nostri pini, attualmente salvati grazie alle donazioni dei cittadini. Questo meraviglioso parco ricco di storia e cultura deve essere il fiore all’occhiello del nostro municipio con eventi e aree attrezzate per lo sport e i bambini. Andando oltre questo spazio, si deve aggiungere un progetto per il recupero e la riqualificazione di Villa Flora, ad oggi unica villa storica di Roma non rivalutata e riqualificata e di tutti le altre aree verde municipali.
Il settore culturale ha subito nel profondo la crisi del COVID, ma anche negli anni precedenti a Roma e nel nostro Municipio in particolare è mancata una visione strategica delle politiche culturali. Una visione, ovvero, che metta insieme tutti i fattori: dagli operatori ai fruitori, dagli spazi comuni a un serio piano di spesa delle risorse a disposizione. L’intervento culturale è presidio del territorio, per questo motivo bisogna far interagire gli assessorati e gli uffici di Scuola, Cultura e Servizi Sociali.
Dobbiamo aprire nuovi spazi culturali, utilizzando anche il patrimonio di edifici che il municipio deve assegnare con gare trasparenti e veloci. Vanno potenziate le biblioteche con l’apertura di nuove strutture in tutti i quadranti e vanno programmate iniziative che rendano il nostro territorio attraente e fertile, come Festival o Arene del cinema estive nelle nostre aree verdi.
Il futuro culturale del Municipio XII si costruirà insieme alle associazioni e le realtà che questo territorio lo vivono ogni giorno. Per questo va istituito un tavolo permanente della cultura municipale, aperto alla cittadinanza, per co-programmare e co-progettare le politiche locali. Con tale strumento, si potranno anche cogliere gli opportuni feedback e migliorare volta per volta.
- Dei tre punti indicati da dove cominceresti?
Credo che sarà fondamentale partire dal tema del sociale. I nostri concittadini, in particolare quelli più fragili, devono essere sempre al primo posto. Sul tema del cominciare però vorrei sottolineare una cosa. Credo che sia sbagliato promettere “Nei primi 100 giorni farò…”. Ricostruiremo una visione strategica dell’amministrazione e con un team preparato e multidisciplinare, che può contare su personale amministrativo pronto e tutelato, saremo capaci di intervenire e lavorare immediatamente a tutte le nostre linee programmatiche.
- I municipi oggi hanno sufficiente autonomia decisionale e poteri di spesa autonomi per intervenire nel governo del territorio di competenza?
Sono sempre stato d’accordo con la decentralizzazione di alcuni poteri del comune ai municipi. Negli ultimi anni i nostri quartieri sono molto cambiati, sia da un punto di vista socioculturale che da un punto di vista di servizi. Molte sfide nuove ci attendono. Il municipio non si governa senza un Campidoglio forte, ma il Campidoglio non si governa senza fornire poteri ai municipi. Dialogare con l’amministrazione comunale sarà quindi una priorità della nostra azione politica. Avere una maggiore autonomia garantirebbe una capacità di risposta più rapida ed efficiente, alleggerendo così i processi burocratici. La condizione di partenza deve essere fornire ai Municipi un adeguato numero di personale per far fronte alle competenze categoriali, soprattutto nelle fasi di controllo della spesa e di controllo delle opere pubbliche.
- Perché gli elettori dovrebbero votarti?
Se sono sicuro che l’età non sia garanzia di efficienza e la gioventù di innovazione, sono convinto allo stesso tempo di poter rappresentare un giusto mix tra le due cose con i miei 33 anni, gli otto anni in Consiglio municipale e una vita passata a lavorare sul territorio. Voglio far ripartire il municipio XII e renderlo di nuovo un posto accogliente per tutti, riportando l’ascolto a via Fabiola. Credo che insieme alla meravigliosa coalizione che ho l’onore di guidare riusciremo a farlo.